Benvenuti in questa nuova intervista del nostro blog, oggi abbiamo il piacere di ospitare Gabriella Borgogni, autrice del libro “Pensieri della gente come me”. Gabriella Borgogni è una scrittrice talentuosa e in questa intervista avremo l’opportunità di conoscere le ispirazioni dietro la stesura del libro e alcuni retroscena interessanti.
Qual è stata la sua ispirazione per scrivere “Pensieri della gente come me”?
La mia esperienza di scrittura è iniziata alla fine del 2019, quando frequentavo il primo anno delle scuole superiori. Ho cominciato a scrivere per necessità, incoraggiata anche da una delle mie insegnanti. Alcuni dei componimenti presenti in “Pensieri della gente come me” sono stati scritti proprio in quel periodo, e solo dopo pochi mesi la pandemia è piombata nelle nostre vite. Credo che quello sia stato uno degli avvenimenti fondamentali per la nascita del libro: la necessità espressiva che mi aveva mossa fino a quel momento si è amplificata, man mano che i giorni trascorsi in casa aumentavano. Il componimento “La Champions”, per esempio, è frutto di una riflessione fatta mentre guardavo fuori dalla mia finestra e mi chiedevo cosa sarebbe diventato il mondo dopo un evento tanto devastante come la diffusione del virus. È stato in quei giorni che ho iniziato a raccogliere le pagine che avevo scritto e le ho chiuse in una scatola. Il tempo è passato, le pagine sono via via aumentate e con quelle sono cresciuti anche i pensieri di una ragazza di 14,15 e 16 anni. Se dovessi raccontare la storia della nascita del mio libro, credo che avrebbe sicuramente un andamento circolare: infatti “Pensieri della gente come me” ha preso vita solo quando, dopo essere risultata positiva al Covid ad inizio 2022, ho deciso di riaprire la scatola che avevo conservato nel fondo dell’armadio, e di arricchirla con alcuni dei nuovi pensieri che affollavano l’app delle note del mio cellulare. L’ispirazione per completare ciò che avevo iniziato due anni prima è arrivata grazie ad una forte delusione, e quando mi sono trovata di fronte a tutto ciò che avevo scritto fino a quel punto ho capito che poteva nascere un filo, qualcosa in grado di collegare tra loro le “fotografie” dei vari momenti che avevo vissuto. Nessuna delle fotografie è stata prima pensata e poi scattata, sono state più un impulso, un’idea improvvisa, espressione delle sensazioni che ho prima provato e poi analizzato.
Il libro offre una varietà di forme letterarie, dalle prose diaristiche alle creazioni epistolari e momenti di poesia. Come ha scelto e organizzato queste diverse modalità espressive?
La fase di scrittura è stata molto spesso impulsiva, e per questo non avevo pianificato quali sarebbero state le forme e gli stili che poi avrei utilizzato. Direi che sono stati i concetti a “scegliere” la loro forma: i componimenti a stampo diaristico risultano come dei flussi di coscienza e si prestano ai cambi di ritmo che la scrittura di questi ultimi richiede; le lettere riflettono il bisogno di comunicazione ed espressione, la necessità di tirare fuori pensieri che si sarebbero voluti esternare ma che poi, per un motivo o per un altro, si sono taciuti; la poesia è nata spesso da un dettaglio, un oggetto, una sensazione, ed è volta a cristallizzare la specificità di quell’istante e il suo significato. La poesia con cui si apre il libro, per esempio, non è altro che la descrizione di una sparatoria nel suo complesso, con una lente di ingrandimento posta su un dettaglio singolo: la corsa di un gattino che attraversa la strada. L’organizzazione dei componimenti ha invece richiesto maggiore attenzione, ho deciso di non disporli in ordine cronologico perché volevo ottenere un effetto diverso, mostrare come certi concetti si ripetano e si evolvano nelle nostre menti anche a distanza di molto tempo. Non ho composto l’ordine in base alla forma, l’intenzione era quella di seguire un filo, in modo da lasciare al lettore una libera interpretazione del senso di ogni componimento. Si potrebbe dire che in vari frangenti io abbia scelto di procedere “per contrasto”, la paura in “Rubati” si contrappone alla speranza in “Gli occhi viola”; il giudizio che potrebbe avere “Il granello di polvere” di noi si trasforma nella voglia di essere migliori di “La Champions”. Del resto, non sempre i pensieri arrivano ordinati e coerenti.
Qual è il messaggio o l’emozione principale che spera di trasmettere attraverso questa varietà di forme di scrittura? Cosa spera che i lettori portino con sé dopo aver letto il suo libro?
Questa è una domanda piuttosto difficile per me. Il libro lo sento molto mio, racchiude ansie, speranze, dubbi che ho realmente vissuto e sviscerato. La sua stessa forma non consente di individuare un unico tema centrale, ma lascia spazio ad uno sguardo d’insieme varie tematiche: c’è l’amore, vissuto e descritto come un misto tra aspettative, delusioni, slanci coraggiosi e martellanti dubbi; c’è l’incognita del futuro, l’introspezione, l’ansia, Dio. La mia speranza è che chi leggerà il mio libro abbia la sensazione di trovarsi di fronte a tanti frammenti di vita, che io ho riordinato seguendo il mio filo, ma che possono essere interpretati come si vuole, per cucirseli addosso o specchiarcisi dentro. La poesia “Mosaico” è esattamente l’espressione di questo: siamo fatti di infinite sfumature e, come i mosaici, più l’osservatore si avvicina più è in grado di osservare i tasselli, anche quelli che da lontano sembrano non esserci nemmeno. Mi auguro che “Pensieri della gente come me” possa spingere il lettore ad ammirare, senza paura, i colori di cui è composta la sua mente, da quelli più cupi e spenti a quelli sgargianti che amiamo mostrare al mondo.
Quali sono i suoi futuri progetti di scrittura?
Dopo la pubblicazione del libro non ho smesso di scrivere e attualmente ho un file sul computer chiamato “Qualcosa di nuovo”. Adesso mi sto prendendo una pausa, anche perché sono in una fase transitoria della mia vita. Ogni tanto aggiungo qualcosa al file e cerco di vivere quante più esperienze possibili, in attesa che arrivi l’ispirazione per far evolvere quello che ho già scritto in una nuova direzione e per trovare una storia che valga la pena di essere raccontata.
Ringraziamo Gabriella Borgogni per averci dedicato del tempo, è stato un piacere parlare con lei e conoscere meglio il suo libro “Pensieri della gente come me”. Speriamo che i nostri lettori possano avere l’opportunità di scoprirlo e di apprezzarlo come noi abbiamo fatto!
