GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Il caso 07-LA-1664 – Annalisa Gianfranceschi

Quando abbiamo incontrato Annalisa Gianfranceschi siamo rimasti subito affascinati dalle parole con le quali descriveva “Il caso 07-LA-1664”, il suo nuovo libro, pubblicato per il Gruppo Albatros. Dalla nostra conversazione sono emersi tanti stimoli interessanti, che desideriamo in questa sede condividere con voi, per mostrarvi aspetti inediti di un’opera che saprà incuriosirvi e affascinarvi.

Qual è stata l’ispirazione dietro la storia di Alexienne e Javier?

Ho incominciato a scrivere questa storia, non pensando mai di pubblicarla, l’ho scritta per me, per un bisogno mio personale, per dialogare soprattutto con me stessa. La scrittura per me in questo romanzo ha rappresentato la possibilità di sentirmi completamente libera, e l’idea della libertà, e anche della giustizia sono aspetti della mia personalità che sono radicati profondamente dentro di me. Ogni tanto, mentre scrivevo, mi sentivo lontani milioni di anni luce dal mondo e il fatto che qualcuno avrebbe potuto leggerlo, la trovavo una possibilità alquanto remota. Ho scritto nei ritagli di tempo, pensando che non sarei mai arrivata alla conclusione. Sinceramente ho faticato molto a pensare di condividerlo con gli altri, penso che questo capiti a tutte le persone che non hanno mai pubblicato. Poi nonostante le incertezze, mi sono decisa a mandarlo alle case editrici, nutrendo pochissime speranze ma convinta di doverlo fare per le importanti tematiche di cui parlo, certa di poter contribuire a sensibilizzare e a far riflettere attraverso i miei personaggi riguardo a questioni sociali di cui si sa poco. A causa della mia timidezza, mi sembrava impossibile che sarei riuscita a presentarlo e a portarlo con i firma copie nelle librerie, in questo senso ho faticato molto ma posso dire di essere riuscita a superare le mie incertezze perché ero consapevole del fatto che all’interno del mio romanzo non c’erano descritte attraverso i personaggi di Alexienne e Javier solo parti del mio essere e del mio sentire, ma i diritti sacrosanti di tutte le persone che nascono con intersessualità, “IL caso 07” poteva avere una importante funzione sociale di divulgazione inerente la condizione in cui vivono certe minoranze, che nascono con caratteristiche sessuali non binarie. Ho sentito una sorta di dovere, di responsabilità per tutte le persone che in certi momenti della loro vita barcollano nel buio e non sanno come affrontare certe problematiche. Spero e mi auguro che in futuro molte madri e padri e famiglie che hanno desiderio mettere al mondo dei figli o che sono in attesa quando vengono in contatto con il mio libro non siano spaventate dall’idea di leggerlo, il mio libro vuole liberare dalla paura, vuole farci confrontare con essa, per diventare consapevoli e più forti, Alexienne desidera che suo figlio nasca e si interroga moltissimo su come dovrà educarlo per farlo diventare forte e libero e creativo. Superato lo scoglio iniziale, dopo la pubblicazione, sono partita e così si è aperto un nuovo mondo che non conoscevo, durante questo breve percorso ho conosciuto delle persone molto speciali che saranno per me un modello da seguire per potermi migliorare e scrivere altre cose. Ho potuto constatare che il mondo dell’editoria pur non essendo tutto rose e fiori è comunque un settore molto affascinante e i libri rimangono ancora prima di diventare letteratura e opere d’arte un percorso terapeutico importante per tutti, per chi li scrive e per chi li legge. Questo libro è ispirato alla mia vita e a un documento vero, a una diagnosi prenatale per certi versi assurda con cui sono venuta in contatto. Il libro inizia con una nascita e termina ancora con un’altra nascita, e forse anche con la mia, perché come dico sempre non si può nascere solo una volta durante il corso di una vita.

Il romanzo affronta l’argomento dell’intersessualità e dell’ambiguità dei genitali nei bambini, un tema spesso poco dibattuto. Quali sono le sfide e le emozioni che ha affrontato nel raccontare questa parte della storia in modo sensibile e rispettoso?

Il tema dell’intersessualità non è stato facile da trattare perché essa è una condizione conosciuta pochissimo tra le persone comuni, per cui era necessario che spiegassi qualcosa, a tal proposito ho dovuto dare al romanzo una forma e un contenuto anche divulgativo che spiegasse in maniera semplice cosa significa essere intersessuali; ne ho potuto parlare attraverso il personaggio di Alexienne che giovanissima si trova ad affrontare una gravidanza che potrebbe concludersi con la nascita di un bambino con caratteristiche sessuali non binarie, ossia che compenetrano insieme nello stesso individuo sia caratteristiche femminili sia maschili. Come dicevo la percezione della condizione intersex nella storia e nella società odierna non è mai stata una faccenda banale. La complessità delle variazioni biologiche naturali sessuali tipiche della condizione intersessuale hanno creato a questi soggetti non pochi problemi di riconoscimento della loro identità e della loro imprescindibile unicità, essi sono stati esclusi, considerati errori della natura (quando ciò invece non è affatto vero), hanno subito pregiudizi e per lungo tempo durante le varie epoche storiche sono stati costretti a scegliere prima attraverso il loro consenso poi senza consenso e purtroppo anche con riassegnazione chirurgica per raggiungere a tutti i costi una forma di sessualità che fosse o maschile o femminile. Per questi soggetti essere intersessuali con un’identità sessuale differente non è mai stato possibile. Sono minoranze che hanno dovuto subire i condizionamenti della cultura dominante, che hanno visto negarsi dei diritti riconosciuti a tutti gli altri esseri umani, e come tutte le persone che appartengono a delle minoranze hanno vissuto tante violenze sia fisiche che psicologiche. Molti di loro oggi grazie a tantissime associazioni stanno trovando il coraggio di far sentire la loro voce, ma non è così semplice parlarne sollevare dibattiti, perché investe un aspetto molto intimo della vita di una persona che è per l’appunto la sessualità che spesso si vorrebbe tenere privata. Il mio romanzo vuole essere un’altra voce, tra tutte quelle che spesso non riescono ad essere comprese, la voce di una madre Alexienne, che si fa carico di questi figli che dovranno affrontare un percorso in salita rispetto a tutti gli altri. La voce fortissima e disperata di una madre che supera sé stessa e i suoi stessi limiti per accogliere tutti i suoi figli con amore nella loro imprescindibile unicità e bellezza da mostrare e mai da nascondere a sé stessi e a tutta quanta la società. Non dimentichiamo il ruolo importante che ha la famiglia nel ruolo e nelle dinamiche affettivo relazionali di questi bambini. Scrivere questo libro e continuare a parlarne durante le presentazioni e i miei soggiorni nelle librerie mi dà una grande forza e mi emoziona sempre moltissimo. Le persone mi ringraziano sempre per aver parlato loro di qualcosa che non conoscevano. In Italia le istituzioni non stanno mostrando grande sensibilità riguardo alla condizione intersex, la legislazione è rimasta ferma alla legge 164 del 1988 che non solo risulta essere una legge ormai superata e obsoleta ma riguarda una condizione che non è la loro. Per la condizione intersex, ci sono state soltanto delle proposte di legge, ricordo quella dell’ex senatore Pietro Lo Giudice, il quale ne 2013 ribadiva la necessità di impedire nel nostro paese le riassegnazioni chirurgiche senza il consenso dei soggetti stessi e non solo riteneva opportuno che i genitori non avessero l’obbligo di registrare all’anagrafe i bambini come maschi o femmine. Le associazioni in Italia insieme al movimento LGBTIQ. invece sono la parte viva e attiva del nostro paese e questo mi fa sentire orgogliosa di farne parte. Spero che il mio libro attraverso la storia che narra, ispirata ad una storia vera, abbia un ruolo importante per liberare gli uomini dall’ignoranza e dal pregiudizio.

La famiglia di Alexienne viene segnata dal destino della prematurità della sua nascita. Come questa esperienza influenza il percorso di Alexienne e dei suoi familiari nel corso del romanzo?

Nel mio romanzo parlo anche di nascita prematura. Alexienne nascerà sulle rive della Senna pretermine. Grazie all’incubatrice, macchina che in quegli anni raggiunge una grande diffusione e una funzionalità ottimale riuscirà a sopravvivere senza avere nessun danno e nessuna disabilità. Nel mio libro entra un terzo protagonista “la scienza” con le sue conquiste e le sue invenzioni, che segna nel bene e nel male il destino degli uomini. I genitori di Alexienne Charlotte e Pierre rappresentano il mondo della scienza, quella etica e fatta con passione per migliorare la vita degli uomini. La famiglia di Alexienne è atipica vivranno solo per un breve periodo di tempo insieme uniti e felici, i suoi genitori faranno questa scelta quella di vivere in tre paesi del mondo diversi e lontani non per vanità per soldi o per il successo personale ma per gli ideali in cui credono, sono personaggi dalla forte impronta romantica. Non possono chiudere la loro famiglia in un cerchio perfetto, una sola triade, una sola famiglia, perché la loro famiglia è il mondo intero. Nella vastità del mondo non possono essere tracciati troppi confini, per questo dovranno essere dei genitori particolari molto diversi dai canoni tradizionali. A questo punto entra in scena un altro personaggio Carmelinda, entra dentro il palcoscenico come una ballerina in un quadro di Degas, leggera, in punta di piedi, con un battito d’ali e un soffio d’alito passa, accarezza, rassicura protegge la piccola Alexienne. I genitori di Alexienne invece avevano un altro destino, dovevano per un’urgenza esistenziale stare in prima linea e sacrificare una parte della loro felicità per quella di altri. Purtroppo, non erano del tutto sicuri che un giorno Alexienne li avrebbe compresi e magari avrebbe preso esempio da loro, però in cuor loro speravano tanto che ciò sarebbe accaduto.

Javier si appassiona allo sviluppo di uteri artificiali per aiutare i feti con problemi. Come il suo percorso e le sue scelte si intrecciano con la storia di Alexienne, e quali sono le sfide che deve affrontare nel suo cammino?

Le vicende di Javier si intrecciano con quelle di Alexienne per diversi motivi. Così come Alexienne anche Javier parte da un dramma personale, molto doloroso riuscendo con il suo lavoro la sua tenacia e la sua speranza ad elevarsi da esso e a dargli un senso, a superarlo facendo diventare l’idea di costruire un utero artificiale l’obiettivo più importante della sua vita, a discapito di tutto il resto. Nella sua vita ha avuto immense opportunità ma ha dovuto anche crescere in fretta e ha deciso che lavorerà sodo anche quando tutto a causa di un incidente sembrerà perduto. Vuole ideare una macchina più potente dell’incubatrice, per tutti i bambini che non hanno avuto la fortuna di trovarsi nell’utero giusto, che nascono ogni giorno nel mondo estremamente pretermine e quindi non potrebbero sopravvivere, e nel caso ci riuscissero purtroppo conviverebbero con disabilità permanenti e invalidanti. Poi rifletterà sul fatto che questo utero potrebbe essere la rivincita della scienza sui limiti dell’uomo, potrebbero usarlo anche tutti coloro che sono impossibilitati ad avere figli, in nome dell’amore e non dell’egoismo. La cosa importante è che esso non venga usato per la manipolazione genica per creare caratteri vantaggiosi, ma per solo per esaudire i desideri più nobili dell’uomo e per curare e sconfiggere le malattie in una fase molto precoce. Sia Javier che Alexienne dovranno combattere contro corrente, contro i luoghi comuni e i pregiudizi, essere dei visionari non è semplice, lui dovrà farlo come scienziato lei come paladina e sostenitrice dei diritti umani. Parlare ai giorni nostri di una macchina, un utero artificiale, che prefiguri una ectogenesi completa non è fantascienza, e già il futuro come lo è per l’intelligenza artificiale, molti scienziati stanno lavorando alacremente a questi progetti e tutto è in divenire.

“Il caso 07-LA-1664” affronta temi profondi e attuali riguardanti la scienza medica e l’etica. Quali messaggi o riflessioni spera di trasmettere ai lettori attraverso questa storia intensa e drammatica?

Attraverso il mio romanzo penso si possa riflettere moltissimo, come ho fatto io durante la stesura e come sto continuando a fare ogni giorno quando ne parlo, tutto è in divenire le nostre idee, le nostre opinioni, e il confronto è indispensabile tenendo conto purtroppo che l’umanità intera ha costruito una società dove certi aspetti intrinsechi della natura dell’uomo non hanno trovato mai una soluzione, mi riferisco alla guerra, alla costruzione di armi sempre più potenti che potrebbero distruggere in poco tempo gran parte del genere umano, quindi spesse volte molte importanti invenzioni si ritorcono contro l’uomo stesso, rimane quindi l’uso importante che se ne fa a fare la differenza. Gli scienziati sono pur sempre degli uomini imperfetti che a differenza dei personaggi che ho descritto non sono tutti etici purtroppo, però molti di loro lo sono e credo che l’umanità potrà evolversi soltanto facendo propri alcuni importanti paradigmi sui quali si fonda il sapere e il procedere dell’indagine scientifica.

Ringraziamo Annalisa Gianfranceschi per averci concesso questa intervista, è stato davvero un piacere scoprire di più sul suo libro “Il caso 07-LA-1664” e sulla sua esperienza come autrice. Buona lettura e non dimenticate di lasciare il vostro commento qui sotto!.

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