GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Pillule Uno, pecorella giramondo – Alessia Citti

Benvenuti a questa nuova intervista del nostro blog, oggi avremo il piacere di parlare con Alessia Citti. Siamo sicuri che questa sarà un’occasione unica per conoscere meglio questa talentuosa scrittrice e scoprire qualcosa di più sulla sua nuova opera “Pillule Uno, pecorella giramondo”.

Come hai concepito l’idea di creare un racconto incentrato su una pecorella di peluche vivace e curiosa come protagonista? Quali sono stati i motivi dietro la scelta di utilizzare un personaggio insolito per esplorare la diversità e nuove esperienze?

La mia passione per le pecorelle la quale, negli anni, si è tramutata in una collezione sconfinata, è radicata nella mia persona, ha plasmato il mio modo di essere ed è cresciuta nel tempo, di pari passo con il desiderio di viaggiare e di conoscere nuovi angoli di Europa. Nelle mie peregrinazioni tra natura selvaggia e inedite città d’arte, Pillule Uno si è sempre rivelata una compagna di viaggio d’elezione, ed ho scelto di assegnare a lei il racconto, il diario particolareggiato ed emozionale delle mie esperienze odeporiche; il suo insolito punto di vista conferisce a queste ultime un valore aggiunto, una visione dello spazio e del tempo decisamente più intriganti: Pillule Uno, con la sua irrefrenabile curiosità, con la sua indole determinata e spiccatamente identitaria, scava nell’essenza stessa dei luoghi visitati, soffermandosi su dettagli che potrebbero sfuggire ad un’esplorazione turistica più tradizionale.

Nella narrazione, Pillule Uno si allontana spesso dal suo gregge per scoprire realtà differenti e conoscere nuovi personaggi. Come hai deciso di presentare questa pecorella come una figura che va oltre gli stereotipi associati agli ovini, e qual è il messaggio che desideri trasmettere attraverso il suo spirito avventuroso?

In qualsiasi mio spostamento non dettato dalla routine quotidiana e lavorativa, Pillule Uno è sempre al mio fianco anzi, a voler essere precisi, si intrufola nella tasca più comoda o nel comparto della borsa più congeniale alle sue osservazioni. Giocano un ruolo fondamentale le sue dimensioni, per l’appunto, tascabili: Pillule Uno coglie l’attimo propizio per abbandonare il suo segreto e sicuro nascondiglio e, affamata di nuove scoperte, comincia a vagabondare come una trottola impazzita ma consapevole di ogni suo movimento; è una pecorella pragmatica, ma che sa anche farsi coinvolgere dalle emozioni, scaturite da una location profusa di bellezza o da un incontro inaspettato. Va da sé che Pillule Uno non può che essere una pecora fuori da qualsiasi stereotipo comunemente conosciuto, e lo è ancora di più se si tiene conto che stiamo parlando di una minuscola pecorella di peluche, un esserino bizzarro anche nel corpo, con la testa a forma di triangolo e due moncherini al posto dei piedi… possibile immaginare un personaggio più buffo e carismatico di questo? Grazie alla scrittura, questo pupazzetto dalla stoffa consunta prende vita ed estrinseca, tramite comportamenti ed azioni concrete, il suo messaggio: mai disperdere i propri ideali, anche se stravaganti, mai rinunciare ad essere se stessi, con pregi e difetti, anche quando il mondo sembra non comprendere e ghettizzare la diversità, l’unica via di uscita possibile dall’omologazione che affligge la nostra società.

Nel viaggio di Pillule Uno alla scoperta di mondi e culture diverse, come hai gestito l’incontro con i vari personaggi che incrocia lungo il percorso? Quali sfide hai affrontato nello sviluppare queste interazioni e come hai reso coinvolgente l’esperienza per il lettore?

Come è accaduto a Pillule Uno, i cui incontri, attraverso i vari contesti narrati, sono stati fortuiti, anch’io, nel dare forma ai vari personaggi, più o meno secondari, non ho seguito alcun tipo di schema, né ho realizzato una sequenza programmata di presenze letterarie con un preciso ordine di apparizione; di racconto in racconto, mi sono lasciata ispirare dalle differenti dimensioni geografiche, come se ognuna fosse più adatta ad un determinato essere, con un dato modo di interagire con l’ambiente circostante, piuttosto che a un altro. A seconda del territorio esplorato, della città visitata, ogni personaggio è influenzato dall’universo spaziale nel quale è immerso: l’inimitabile Pillule Uno interloquisce con profili che, già di per sé, risultano accattivanti e in parte rappresentativi del luogo in cui vivono e la pecorella di peluche non fa che sottolineare la loro specificità, grazie ad avventure esilaranti e ad iniziative verosimili, che favoriscono l’immedesimazione del lettore; fatti palpabili, pressoché normali nel mondo vivente, si incrociano con la verve colorata e paradossalmente vivace del microcosmo inanimato di pupazzi e giocattoli… Lo ammetto, la saga di Toy Story ha fortemente influito sulla stesura della mia opera, con la differenza che la padroncina di Pillule Uno (alias la sottoscritta) conosce abbastanza bene le scorribande della sua soffice amichetta.

La diversità è un tema centrale nel tuo libro. Come hai cercato di mostrare l’importanza della diversità attraverso le avventure di Pillule Uno? Quali messaggi intendi trasmettere riguardo all’accettazione e all’apprezzamento delle differenze?

Pillule Uno instaura relazioni di amicizia con esseri di ogni tipo: oltre alle sue amiche del “Vittoriale delle pecore”, la protagonista dialoga con un fenicottero, con un coniglio di pezza tanto alto quanto maldestro, con tre pecorelle gemelle multicolori, con una coppia di pecore omosessuali e la loro agnellina adottiva… l’universo rappresentato in queste storie è molto variegato e, in qualche modo, vuole ricalcare, in piccolo, la società poliedrica e multietnica che, ogni giorno, è sotto i nostri occhi. Pillule Uno, grazie a questi incontri, può imparare sempre qualcosa di nuovo, può migliorare sé stessa mediante le personalità in cui si imbatte, affina la sua sensibilità; questa incredibile pecorella prova una forte empatia in momenti particolarmente contemplativi ed emotivamente forti (come nel matrimonio tra le due pecorelle), il suo sesto senso si potenzia, mirando a fronteggiare ogni criticità nel migliore dei modi, con umorismo ma anche con saggia fermezza. Ogni esperienza con l’altro è motivo di crescita per Pillule Uno, ogni viaggio si trasforma in un autentico percorso di formazione che arricchisce la sua mente; parallelamente, grazie alla sua saggezza e alla sua cultura maturate nel tempo, la pecorella di pezza può insegnare ai suoi interlocutori quello che sa, con un’umiltà che si sposa innanzitutto con la fierezza, spronando ad essere orgogliosi della propria irripetibile singolarità, in quanto preziosa, unica. Le differenze che ci distinguono gli uni dagli altri sono, innanzitutto, ricchezza, e l’accettazione delle diversità può rappresentare un punto di partenza nell’apprezzare e valorizzare prima di tutto se stessi.

Il “Vittoriale delle pecore” viene descritto come un luogo soffice e fiabesco. Qual è il significato simbolico di questo luogo nel contesto della storia, e come hai utilizzato l’ambientazione per riflettere sugli aspetti emotivi e psicologici della protagonista e delle sue esperienze di viaggio?

Il “Vittoriale delle pecore” è il porto sicuro del Foscolo, è il nido pascoliano: si tratta del rifugio per eccellenza, quel posto verso il quale, nonostante l’amore per le peregrinazioni in giro per il mondo, si avverte l’esigenza di tornare. Il Vittoriale incarna il trionfo dell’armonia, della spensieratezza, della coesione all’interno di un gruppo molto singolare di individui (parliamo di pecorelle di peluche, a cui si aggiungono anche minoranze di conigli, criceti, topolini…); visivamente, esso si delinea come un paradiso di colori e dolcezza ad ogni angolo. Le sue caratteristiche lo rendono la meta ultima e prediletta di qualsiasi viaggio, poiché ogni girovaga esperienza ha il diritto e il dovere di affondare le sue radici nel luogo capace di inglobare il vissuto del soggetto; in questo spazio più o meno ristretto, ogni dettaglio, sia esso concreto o immateriale, assurge a testimonianza fenomenologica di quanto è stato acquisito da qualche altra parte, ogni elemento ha un suo ruolo nel ricordare, nel documentare, nel far tesoro di un accadimento. Il “Vittoriale delle pecore” è il simbolo stesso della vita, nel bene e nel male, ma con una sorta di marcia in più: all’interno del suo perimetro vigono l’esigenza di sicurezza e l’urgenza di rimediare a qualsiasi turbamento o ferita proveniente dall’esterno, senza, tuttavia, cancellare il reale. Ciò che conta è creare un riparo, una via di fuga dalle asperità del vivere, un locus amoenus nel quale ricaricarsi, circondati da un’atmosfera a cavallo tra il bucolico e il fiabesco; poi si riparte con un’altra impresa, di cui è impossibile conoscere a priori ansie e soddisfazioni… Ad ogni modo, il Vittoriale è sempre pronto ad accogliere Pillule Uno e i suoi nuovi amici, con tutti i loro bagagli fisici e mentali, più o meno ingombranti, al seguito.

Ringraziamo Alessia Citti per averci dedicato del tempo, è stato un piacere parlare con lei e conoscere meglio il suo libro “Pillule Uno, pecorella giramondo”. Speriamo che i nostri lettori possano avere l’opportunità di scoprirlo e di apprezzarlo come noi abbiamo fatto!

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