Quando abbiamo incontrato Luigi Lamedica siamo rimasti subito affascinati dalle parole con le quali descriveva “Negativo e Positivo nella Casa dell’Essere”, il suo nuovo libro, pubblicato per Gruppo Albatros Il Filo. Dalla nostra conversazione sono emersi tanti stimoli interessanti, che desideriamo in questa sede condividere con voi, per mostrarvi aspetti inediti di un’opera che saprà incuriosirvi e affascinarvi.
Nel suo libro “Negativo e Positivo nella Casa dell’Essere” esplora i dualismi esistenti in filosofia. Come è meglio orientarsi nel pensare di fronte a tali dualismi? È meglio seguire prima l’Intelletto o la Ragione?
A fronte dei dualismi presenti in filosofia la domanda che mi pongo nel libro da cui partire è questa: “Come” cominciare a pensare? Ovvero, a chi spetta la “cabina di regia”? Prima al Soggetto? o prima all’Oggetto? E a seguire, prima l’Ontologia? o prima la Gnoseologia? E poi, prima ciò che vi è di visivamente Reale nel Mondo? o prima la propria Realtà osservativa di fronte al Mondo? Ora poiché la specie umana è dotata tanto di Intelletto quanto di Ragione, mi sono chiesto a quale di queste due funzioni spetti per prima cominciare a pensare. E la mia risposta è che occorra esercitare direttamente il pensare dell’Intelletto, poi, in parallelo, servirsi indirettamente del pensarsi della Ragione. E la differenza consiste nel fatto che mentre l’Intelletto nel ragionamento induttivo segue il Senso per sapere l’essenza delle cose, per contro la Ragione si serve delle Logica nel ragionamento deduttivo per conoscere la sostanza delle cose.
Nel libro, fa riferimento ai due emisferi cerebrali e alla loro interazione. Li considera come un’unità indistinguibile o crede che operino separati l’uno dall’altro in presenza dei dualismi filosofici?
Posto che di fatto i due emisferi cerebrali sono tra loro separati e tuttavia uniti dal corpo calloso, non credo che essi si possano considerare come se fossero una unità indistinguibile. Anzi credo proprio che i due emisferi cerebrali lavorino isolati l’uno dall’altro. Tanto da poter dire che mentre un emisfero lavora direttamente con energia elettronica negativa, per contro l’altro emisfero lavora indirettamente in parallelo con energia protonica positiva. Proprio tenendo conto dello stato attuale della biologia del cervello relativa agli esperimenti compiuti nella metà del secolo scorso da due neuroscienziati statunitensi, Roger Sperry e Michael Gazzaniga, su pazienti con cervello diviso, i cosiddetti “split brain”. Ora poiché secondo Roger Sperry ciascuno dei due emisferi cerebrali possiede una propria consapevolezza, e poiché la specie umana è dotata tanto di Intelletto quanto di Ragione, potrei dire che il pensare di un emisfero si possa far corrispondere al lavoro svolto dall’Intelletto e, per contro, potrei dire che il pensarsi dell’altro emisfero si possa far corrispondere al lavoro svolto dalla Ragione. E così facendo credo che risulterebbe agevole poter affermare che i dualismi filosofici possano corrispondere al lavoro prodotto tanto dall’Intelletto, quanto dalla Ragione.
Nell’analizzare i verbi “essere” e “avere” nel contesto dell’Io, ha sottolineato la differenza tra “io-sono” e “io-ho”. Può spiegare come corrispondono allo stesso Io e quali implicazioni filosofiche ne derivano?
Poiché nell’avere una propria consapevolezza i due emisferi cerebrali lavorano isolati l’uno dall’altro, potrei dire che mentre l’emisfero dell’Intelletto è quello che nel parlare di sé in prima persona dice “io-sono”, per contro l’emisfero della Ragione è quello che nel pensare sé stesso esistente dice in seconda persona “io-ho”. E pertanto potrei dire che in presenza dei due emisferi cerebrali, mentre l’emisfero dell’Intelletto è quello che nel parlare esercita direttamente il verbo dell’Essere-essere, per contro l’emisfero della Ragione è quello che si serve indirettamente del verbo Avere-stare per dire. E a compiere l’unificazione dell’emisfero dell’io-sono e dell’emisfero dell’io-ho, come terza persona neutra dell’Io, è il cervello di Sé stessi. Cioè a dire che mentre i due emisferi cerebrali lavorano come se fossero due sistemi operativi autonomi, il cervello riflessivo li coordina in terza persona neutra. E terza persona neutra riflessiva che potrei dire corrispondere alla Coscienza di Se stessi.
Parla di “libertà” e “libero arbitrio”. In cosa differiscono questi concetti secondo la sua prospettiva filosofica? E come influenzano la nostra comprensione dell’agire umano e dell’essere?
Tenendo presente che nel lavorare isolati l’uno dall’altro i due emisferi cerebrali hanno ciascuno propria consapevolezza, potrei dire che mentre l’emisfero cerebrale dell’io-sono è quello che nel Mondo esercita direttamente la “libertà” in prima persona, per contro l’emisfero cerebrale dell’io-ho è quello che nell’osservare il Mondo di fronte a sé come Immagine si serve indirettamente dell’“arbitrio” in seconda persona. E la differenza consiste nel fatto che mentre l’emisfero cerebrale dell’io-sono non ha il controllo della propria “libertà”, giacché la esercita direttamente in prima persona, per contro chi assume indirettamente l’auto-controllo in seconda persona nel servirsi dell’“arbitrio”, è l’emisfero cerebrale dell’io-ho. E mentre la “libertà” della prima persona di sé potrei dire che corrisponde all’Etica, per contro l’“arbitrio” della seconda persona di sé potrei dire che ha a che fare con la Morale. Così a compiere l’unificazione della Morale dell’“arbitrio” della seconda persona di sé, con l’Etica della “libertà” della prima persona di sé, spetta alla terza persona riflessiva di Sé Stessi. Ossia il compito della Coscienza di Sé Stessi consisterebbe nel rendere civile la prima persona di sé, e matura la seconda persona di sé. O detto in altri termini rendere civile l’animale-sociale nelle co-relazioni con l’ambiente, e maturo l’animale-razionale nei confronti di sé stesso.
Infine, come descriverebbe l’intero sistema composto da spazio, tempo, materia, causalità e determinismo? Quali connessioni e relazioni vede tra questi elementi nella sua concezione filosofica?
Posto che la memoria a breve termine dell’emisfero induttivo dell’Intelletto esercita direttamente l’Informazione dinamica in prima persona, e posto che la memoria di lavoro dell’emisfero deduttivo della Ragione si serve indirettamente dell’Immagine statica in seconda persona, potrei dire che a descrivere spazio, tempo, materia, causalità, determinismo, come sistema statico e continuo, ossia come Immagine stante nel tempo, sia l’emisfero deduttivo della Ragione. Ossia l’emisfero che nel dedurre crea nella centralità del proprio pensarsi una ri-produzione del Mondo. Cioè a dire che mentre l’emisfero dell’Intelletto è quello che lavora collegato direttamente alla dinamicità del Mondo, ovvero all’Informazione elettronica, per contro l’emisfero della Ragione è quello che lavora osservando indirettamente il Mondo stante di fronte a sé come riflesso da uno specchio, ossia lo osserva dall’esterno come Immagine statica. Per cui potrei dire che mentre l’Intelletto nel lavorare in prima persona è indotto a configurare il Mondo in senso univoco, per contro nel dedurre è la Ragione che nel lavorare in seconda persona deve configurarsi mentalmente il Mondo nella logica multilaterale e multiforme.
Ringraziamo Luigi Lamedica per averci dedicato il suo tempo e per averci fornito interessanti spunti di riflessione sulla sua opera “Negativo e Positivo nella Casa dell’Essere”. Speriamo che il suo libro possa riscuotere il successo che merita!
