GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: La logica oscura del sangue – Damiano Pasqui

Il libro che desideriamo presentarvi oggi si intitola “La logica oscura del sangue”: si tratta dell’opera prima di Damiano Pasqui che sta già riscuotendo particolare interesse nei suoi lettori. Con le nostre domande abbiamo voluto scoprire alcuni dettagli in più sul suo processo creativo.

Qual è stata l’ispirazione principale dietro la creazione di questa trama intricata e piena di suspense?

Beh, diciamo che l’ispirazione è arrivata dalla scena finale del film “John Wick 2”, quando il sicario protagonista della serie viene scomunicato dalla Sacra Tavola e vede pendere sulla sua testa una taglia milionaria. Gli altri sicari vengono informati tramite messaggio di quanto sta accadendo…questa situazione molto particolare mi ha acceso una lampadina che poi è diventato un sole in grado di illuminare tutto il romanzo! Volevo riuscire a realizzare un prodotto “unico nel suo genere”, una storia scorrevole, veloce, a tratti quasi fuori controllo, che tenesse il lettore incollato al libro e facesse crescere nella sua mente e nella sua pancia, la voglia incontrollabile di andare avanti nella lettura per sapere cosa succede. Io cerco di riportare nei miei romanzi ciò che amo vedere o leggere…tensione, suspense, mistero, sangue, colpi di scena…amo analizzare la mentalità dei personaggi, cercare di portare alla luce quegli stati d’animo celati nei meandri inesplorati del loro io, che poi si possono manifestare improvvisamente quando si verificano situazioni inaspettate. Nel thriller poi, il colpo di scena deve essere studiato, la soddisfazione più grande, per me scrittore, è quella di riuscire ad “allontanare” il più possibile chi legge dal colpo di scena, dalla sua preparazione, dall’applicazione mai banale dei tasselli che arriveranno a costruirlo. Per fare ciò, io utilizzo delle esche” che portano chi legge, quando si avvicina al punto nel quale potrebbe intuire il possibile risvolto, a spostare “lo sguardo e l’attenzione” da un’altra parte. Alla fine, una volta letta l’ultima riga dell’ultima pagina, magicamente ci torneranno davanti agli occhi, in maniera più che nitida quei frame, quei momenti…e la prima cosa che ci verrà in mente sarà “…nonostante avessi tutto davanti agli occhi, non sono riuscito ad intuire questa cosa…” Questa per me è una soddisfazione immensa, un target raggiunto!

Come hai sviluppato i personaggi principali del romanzo e quali sfaccettature della natura umana desideravi mettere in evidenza attraverso di loro?

Inizio col dire che, naturalmente, sono appassionato di film, serie e documentari gialli, thriller e crime. Guardando questi documentari in tv, devo dire che la cosa che per me è fondamentale trasmettere al lettore, è che ognuno ha una strada che intende seguire, purtroppo sono le condizioni che gli si presentano davanti a modificare il suo tragitto, le dinamiche e le situazioni della vita possono influenzare l’anima di ogni persona e farla improvvisamente diventare oscura. Quando ho pensato ai personaggi, ho pensato naturalmente agli antipodi: il bene e il male, ma ho voluto evidenziare l’ambiguità che gravita intorno a queste due parole, la quale differenza sembra così netta e delineata. Il male può nascere dal bene o viceversa? La natura umana è così labile che si fa coinvolgere emotivamente da tutto ciò che gli accade intorno e spesso da giudizi netti, pur avendo solo informazioni incomplete…una volta letto “La logica oscura del sangue” non sarà facile neanche per il lettore più attento e pignolo dare un giudizio su chi sia effettivamente il “cattivo”… sempre che ce ne sia davvero uno… I lettori si affezionano, criticano, elogiano, si immedesimano…ogni lettore troverà un po’ di sé in ogni personaggio del libro… Dai miei personaggi emerge insicurezza, rabbia, frustrazione, determinazione, simpatia, coraggio, voglia di giustizia, passione… ognuno può essere tutto e il contrario di tutto… la forza dell’animo umano che un attimo dopo si trasforma in debolezza.

Nel libro, si pone l’accento sul confronto tra il Bene e il Male. Come hai affrontato questo tema complesso e quale messaggio intendevi trasmettere ai lettori?

Quella tra il bene e il male è la battaglia più vecchia del mondo…io ho provato a mischiare un po’ le carte: nella maggior parte dei romanzi thriller, il buono è buono e il cattivo è cattivo…non c’è spazio per interpretazioni di diverso genere. Io ho cercato di far nascere il dubbio in fondo all’anima del lettore. Molte persone credono che il bene e il male siano divisi nettamente da qualcosa di immenso, molto simile alla Muraglia Cinese, io invece ritengo che la linea che divide il bianco dal nero sia molto sottile e facilmente superabile sia in un senso che nell’altro. Immaginate la scena: noi che camminiamo in equilibrio su questa sottilissima corda e le famose “circostanze” delle quali parlavamo prima, che ci spingono da una parte o dall’altra. Non è semplice affrontare un tema controverso come questo, spesso si rischia di essere risucchiati nell’abisso delle banalità. Il bene e il male appartengono a ognuno di noi, fanno parte della natura umana di ogni singolo individuo e nessuno può fuggire o allontanarli dalla propria vita.

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Il concetto di “non detto” sembra essere un elemento chiave nel tuo romanzo. Come hai utilizzato questa tecnica narrativa per coinvolgere i lettori e mantenere alta la suspense?

Dietro ai “non detti “può nascondersi tutto… a me piace giocarci perché lasciano spazio all’interpretazione soggettiva, consentono alla mente di chi legge di galoppare verso distese sconfinate, distogliendo l’attenzione da tutti quei particolari disseminati lungo tutta la storia, che li condurrebbero ad intuire un attimo prima uno dei tanti colpi di scena presenti nel romanzo. Ritengo che questa tecnica consenta di mantenere alta la suspense, in quanto, centellinando le informazioni importanti, porta il lettore ad incuriosirsi su cosa succederà subito dopo e inoltre lascia una notevole libertà di pensiero, dovuta proprio a quel centellinare di cui sopra, che porta la mente del lettore a perdersi in stradine strette e tortuose, quando magari davanti a lui si erge la rampa dell’autostrada.

Uno dei temi affrontati nel libro riguarda la gestione del lato oscuro dell’animo umano. Qual è la tua visione personale su questa questione e come hai rappresentato la scelta dei personaggi nel trasformare o utilizzare il loro buio interiore?

L’analisi del lato oscuro è abbastanza complessa: ritengo che il male sia parte di noi esattamente come il bene; la cosa che li differenzia è che il primo, deve essere necessariamente gestito, il secondo no. La difficoltà nel gestirlo, deriva dal fatto che si manifesta anch’esso sotto forma di emozione, quindi difficilmente controllabile, che sia improvviso o cronico. Io penso che tutti facciano una fatica terribile al giorno d’oggi a controllare il proprio “oscuro passeggero”, perché questo viene sollecitato e stimolato in continuazione da mille situazioni dovute alla vita frenetica che siamo costretti a vivere. Il nostro “recipiente per le gocce cinesi” si piena molto più in fretta rispetto al passato, basta un attimo per perdere la lucidità, il lume della ragione… in una frazione di secondo diventa tutto buio e inizi a percepire sulla tua pelle che hai fatto qualcosa di irreparabile. L’autocontrollo è fondamentale al giorno d’oggi per non rischiare di commettere errori che potrebbero rovinarci la vita. I protagonisti del romanzo, sono l’esempio lampante della diversa capacità di controllare il buio interiore: c’è chi lo sa gestire e chi invece lo utilizza, chi lo cavalca e chi si lascia travolgere dalla rabbia e dal dolore. La forza d’animo dei protagonisti, sarà determinante per comprendere e valutare la gestione del male. Starà al lettore, una volta letta l’ultima riga dell’ultima pagina, stabilire se il male sia veramente male oppure sia un modo per compiacere quel senso d’incompiuto che strangola le anime insicure.

Ringraziamo Damiano Pasqui per averci dedicato del tempo, è stato un piacere parlare con te e conoscere meglio il tuo libro “La logica oscura del sangue”. Speriamo che i nostri lettori possano avere l’opportunità di scoprirlo e di apprezzarlo come noi abbiamo fatto!

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