GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Il magazzino delle castagne – Annarosa Corsello

Benvenuti nel nostro blog, oggi abbiamo il piacere di intervistare Annarosa Corsello, autrice del libro “Il magazzino delle castagne”. Siamo sicuri che questa intervista sarà molto interessante e ci permetterà di conoscere meglio l’autrice e il suo lavoro. Vi invitiamo a seguirci per scoprire di più su questa talentuosa scrittrice!

Qual è stata la sua ispirazione nel raccontare la vita di Angelina e la sua importanza dei legami familiari in un contesto storico specifico? Ha tratto ispirazione da eventi reali o da esperienze personali?

La storia narrata nel libro “Il magazzino delle Castagne” riguarda la mia bisnonna, Angelina, che ho conosciuto da bambina, per via della sua longevità, stante che ha lasciato la vita terrena a 102 anni.  Angelina ha cresciuto mia madre, rimasta orfana di sua figlia Rosa, quando aveva da poco compiuto un anno. Il profondo legame affettivo che è intercorso tra nonna e nipote, mi ha talmente colpita da far sorgere in me, raggiunta la maturità, il desiderio di far conoscere la storia di questa donna straordinaria che ha vissuto le proprie esperienze in un lungo arco temporale, che si snoda tra due secoli, attraversando le due guerre mondiali e sopravvivendo all’epidemia di spagnola ma, soprattutto, ai dolorosi eventi che hanno funestato la sua lunga esistenza. In seno alla mia famiglia, Angelina è stata sempre ritenuta un modello da seguire, da ritenersi attuale nonostante i cambiamenti introdotti dall’era moderna nelle antiche tradizioni e nello stile di vita quotidiano. La mia ispirazione, dunque, trae origine dal bisogno di preservarne il ricordo, facendo conoscere ai lettori. la storia di una donna d’altri tempi i cui valori fondamentali si basavano sugli affetti familiari, da cui riuscì a trarre la forza per affrontare le vicissitudini che costellarono la sua vita.

Come ha cercato di rappresentare la società italiana di inizio secolo nel suo libro? Quali aspetti della vita di quel periodo ha voluto mettere in risalto e quali valori vuole trasmettere ai lettori?

Ho cercato di rappresentare fedelmente la società del piccolo borgo siciliano affacciato sul mare, dove Angelina ha trascorso la sua esistenza. Ne ho evidenziato i dettagli con particolare riferimento alla condizione delle donne di metà ottocento, in seno alla struttura sociale di natura prettamente patriarcale, il cui ruolo fondamentale era ritenuto quello di sposarsi, di procreare figli e di provvedere alla casa. Angelina nasce presso una famiglia agiata in cui domina la figura paterna ed il ruolo della madre appare assolutamente marginale, se pur importante per la protagonista dal punto di vista affettivo. Le donne non vengono ritenute adatte a certe iniziative lavorative ma Angelina riesce a dimostrare il suo valore nei momenti di difficoltà, anche nel settore del commercio, allora ritenuto di esclusivo appannaggio maschile. Vive le vicende storico/politiche non già come spettatrice passiva degli eventi, ma partecipa ad essi con il suo travaglio interiore che si intreccia alle vicende familiari.

La vita di Angelina è descritta come semplice ma piena. Quali sono stati i principali elementi che hanno contribuito a rendere la sua vita significativa? In che modo ha cercato di catturare l’importanza dei legami familiari nel suo racconto?

Angelina ha avuto una vita molto lunga e densa di avvenimenti storici che hanno cambiato il mondo. Ha saputo gestire il passaggio da un secolo all’altro con sorprendente spirito di adattamento che è, in fondo, la prova della sua grande sua forza interiore che ha permesso, ad una persona apparentemente fragile, di superare il dolore per la perdita di 10 figli. La sua vitalità trae origine da un ambiente familiare dal cui contesto emerge la solidità degli affetti da cui è stata circondata e che l’hanno aiutata a superare i momenti di maggiore difficoltà. In particolare, durante i periodi di guerra, Angelina dimostra d’essere, oltre che una buona moglie ed una madre, una donna capace di iniziative lavorative assolutamente all’altezza di quelle maschili con particolare riferimento al padre che non riuscì a comprenderne le potenzialità, pur volendole bene. L’incontro con il figlio Sam emigrato in America da bambino e del cui affetto si è privata per preservarlo dal primo conflitto mondiale ci fa comprendere, in maniera più approfondita, l’importanza del suo rapporto con i componenti della famiglia sopravvissuti fino al festeggiamento del suo centenario.

Il titolo “Il magazzino delle castagne” sembra avere un significato simbolico. Può spiegarne il significato?

Il magazzino delle castagne, che è anche il titolo del libro, rappresenta, nella realtà, il luogo fisico in cui ho trascorso i momenti più belli della mia infanzia. La casa di campagna ove la mia famiglia trascorreva la villeggiatura, veniva, infatti, indicata facendo riferimento all’attività del commercio di castagne che era stato per anni, praticato da Ciccio, il marito di Angelina e poi proseguito da lei. Quella casa che adesso non esiste più, è sempre viva e presente nei miei ricordi e descrivendola spero di essere riuscita a trasmettere l’amore per quel luogo anche alle mie due figlie che non hanno avuto la possibilità di vederla. Il mio intento, dunque, è stato quello di decantare la bellezza di quel posto a me tanto caro, auspicando che il ricordo potesse, in tal modo, sopravvivere a me stessa senza essere sopraffatto dal trascorrere del tempo che, spesso, avvolge nell’oblio il passato cancellandone ogni traccia.

Quali sono i principali messaggi che vorrebbe trasmettere ai lettori attraverso il suo racconto?

Quella casa chiamata il magazzino delle castagne, sarà per sempre parte integrante della mia esistenza e con essa le persone e le vicende di chi, temporalmente, mi ha preceduta. La narrazione della vita di Angelina ha uno scopo preciso, quello di infondere nei lettori il sapore, il profumo, gli odori, le sensazioni e i sentimenti che si respiravano in quel tempo ormai lontano. Ho cercato di rappresentare uno spaccato di vita quotidiana dominato da uno stile di vita semplice, in cui ci si accontentava di poco, ma in cui predominavano i valori e gli affetti. Spero, infine, di essere riuscita a far sorgere, in chi legge, una certa nostalgia per i tempi andati, la stessa che io provo e che pervade il mio racconto.

Ringraziamo Annarosa Corsello per averci dedicato il suo tempo e per averci fornito interessanti spunti di riflessione sulla sua opera “Il magazzino delle castagne”. Speriamo che il suo libro possa riscuotere il successo che merita!

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