Cari lettori, oggi il blog del Gruppo Albatros vi accompagna tra le strade, i vicoli e le coscienze di una Napoli intensa e profondamente umana, quella raccontata da Giulia Annunziata nel suo romanzo Le sentinelle del bene. Un’opera che intreccia amore, impegno civile e mistero, ponendo al centro una domanda quanto mai attuale: è ancora possibile opporsi al male con il coraggio delle azioni quotidiane? Attraverso i personaggi di Davide e Anna e una squadra speciale composta da persone comuni, l’autrice ci conduce in una storia che parla di responsabilità, giustizia e fragilità umane, fino a un finale che sorprende e scuote. Abbiamo incontrato Giulia Annunziata per approfondire i temi e le emozioni che animano questo suo esordio narrativo.
Le sentinelle del bene nasce da un’idea forte e coraggiosa: da dove prende origine questo progetto narrativo e cosa l’ha spinta a raccontarlo proprio ora?
Il libro “Le Sentinelle del Bene”, nasce da un’esigenza di appagare un forte senso di giustizia, molto spesso disilluso. Il mio vuole essere un messaggio rivolto a tutti, in questo mondo troppo frenetico e distratto, c’è bisogno di una presa di coscienza comunitaria. Il male è intorno a noi è dentro di noi, una volta che abbiamo acquisito questa consapevolezza, diventa più facile combatterlo. Il male colpisce in ogni ambito e in ogni strato sociale, mietendo vittime ad ogni suo passaggio. Il professor Faiella, personaggio iconico del libro, dice una frase per me molto importante: <<Io non mi fido di nessuno, neppure di me stesso, ma cerco di capire bene a chi affidarmi>>. Per la nostra incolumità, mi sembra un consiglio molto prezioso. Dobbiamo essere vigili e attenti per noi stessi e per chi ci circonda.
Davide e Anna sono due protagonisti molto diversi, ma complementari: come ha costruito il loro rapporto e in che modo le loro differenze diventano una risorsa nella storia?
I due giovani protagonisti, anche se molto diversi, hanno una cosa molto importante che li accomuna…un cuore puro. La loro diversità nell’approcciare i casi diventa un punto di forza. La maturità di Anna e la sua generosità verso gli altri, da un senso molto profondo al progetto. Mentre il temperamento di Davide è più impetuoso e impulsivo, rimanendo più distaccato e critico alle vicende che li vedrà protagonisti. Ho cercato attraverso il loro carattere ed il loro comportamento, di far capire al lettore che aiutare gli altri fa bene al cuore, quando le nostre azioni non sanno di buono, è sintomo che qualcosa stiamo sbagliando.
La “squadra” delle sentinelle è composta da persone di ogni estrazione sociale: quale significato simbolico ha questa scelta e cosa rappresentano per lei questi personaggi?
Un altro messaggio importante che voglio far capire ai lettori e che da soli non andiamo da nessuna parte, infatti nel libro, evidenzio l’importanza della presenza di persone adulte, che con la loro saggezza ed esperienza, saranno incisivi nella risoluzione dei casi. Il progetto è basato sul reclutamento di persone di varia estrazione sociale. Questi personaggi sono stati scelti per il posto che occupano nella comunità. Ognuno di loro porta alla luce un sopruso, diventando delle vere è proprio sentinelle del bene. La giustizia non dovrebbe tener conto del prestigio o della cultura delle persone, è un diritto che spetta a tutti e tutti siamo chiamati a lottare per essa. Il male si insinua e arriva dappertutto e la stessa cosa deve fare la giustizia.
Napoli è più di uno sfondo: è una presenza viva, complessa, spesso ferita. Che rapporto ha con questa città e come ha lavorato per restituirne le luci e le ombre?
La scelta di ambientare il libro nella città di Napoli, nasce dalle mie radici, ma soprattutto per la predisposizione caratteriale del popolo napoletano, che si distingue per la sua spiccata empatia. I napoletani sono persone carnali, uso questo termine perché lo trovo inciso e adeguato all’animo partenopeo. La loro generosità raramente è mal riposta, hanno un sesto senso molto sviluppato nel giudicare le persone, tant’è che è molto difficile ingannare un napoletano. Hanno la capacità di leggere dentro al cuore delle persone, attraverso la gestualità del corpo o semplicemente guardando negli occhi l’interlocutore, riescono a capire se davanti a loro hanno una brava persona. Dove non c’è empatia, c’è freddezza e indifferenza, ed è proprio l’indifferenza che uccide.
Questo romanzo è la sua prima pubblicazione: cosa ha significato per lei il passaggio dalla scrittura come passione privata alla condivisione con i lettori?
Questa è la mia prima pubblicazione, assolutamente inaspettata. Scrivere questo libro è stata una necessità quasi viscerale, un bisogno psicofisico, un rifugio per la mente e per il cuore. Il potere di decidere il destino di chi fa del male o di portare alla luce i buoni sentimenti è stato appagante e soddisfacente. Sempre ringrazierò Albatros per aver creduto in me e aver realizzato questo sogno. Saluto caramente i lettori che mi dedicheranno un po ‘del loro tempo. Con affetto vi lascio una mia poesia.
LA COSCIENZA DEL BENE
All’imbrunire cerco di capire dove voglio stare,
è difficile decidere su quale riva voglio riposare.
La vita sembra regalarmi una via d’uscita,
ma io impaurita resto ancorata a un ideale che non mi conduce più alla meta iniziale.
La mente vola oltre ogni barriera,
con le sue ali riesco a vivere mille vite diverse e
ogni volta che rientro nella mia… mi accorgo di quanto bella sia.
Ho creduto di attraversare lingue di fuoco,
ma quando mi sono voltata,
non era altro che una leggera fiammella,
che scherzi fa il cuore nel percepire il dolore.
L’anima non ha occhi, non ha orecchi eppure vede e sente tutto.
Ho provato a zittire quella voce,
per una volta una volta soltanto la stessa moneta vorrei dare in cambio.
e tu mi dirai…chi te lo impedisce?
Quella voce insistente che parte dal cuore e si ferma nella mente.
A nessuno voglio far provare la stessa sofferenza,
non è per bontà… la colpa è da addebitare a quella voce che non smette di parlare.
La sete di vendetta durerebbe poco,
mentre quella voce continuerebbe imperterrita… per tutte le ore.
Ringraziamo Giulia Annunziata per aver condiviso con noi il cuore e la visione che animano Le sentinelle del bene, un romanzo che invita a riflettere sul confine sottile tra bene e male e sul valore dell’impegno individuale. Cari lettori, vi lasciamo con questa storia intensa e attuale, certi che saprà coinvolgervi e sorprendervi fino all’ultima pagina, ricordandoci che, a volte, le vere sentinelle del cambiamento sono le persone comuni.
