Cari lettori, oggi vi accompagniamo in un viaggio attraverso le parole e le sensazioni che abitano la poesia. Lo facciamo insieme a Cristian Renzi, giovane autore della silloge Libere Emozioni, un’opera che unisce riflessione e lirismo, semplicità e profondità, sogno e consapevolezza. Cristian, atleta, studente e scrittore, è un esempio concreto di come la poesia possa nascere dalla vita quotidiana e trasformarsi in una forma d’arte capace di toccare corde intime e universali. Recentemente premiato con il “Romoletto d’oro” da Roma Capitale per il suo impegno culturale, Renzi ci dimostra come la scrittura possa diventare strumento di espressione e condivisione, ma anche di riscatto e speranza. Abbiamo voluto rivolgergli alcune domande per scoprire più da vicino il suo percorso, la sua ispirazione e il significato profondo del suo scrivere.
Libere Emozioni è una silloge che tocca corde profonde: qual è stata la scintilla iniziale che ti ha spinto a scrivere poesie?
Son felice che tocchi l’animo umano. Beh, devo dire che sin da bambino mi dilettavo a scrivere. Scrivevo tanto per gioco, poi però sentii il bisogno viscerale di riflettere sulla mia vita attraverso la poesia. Iniziai a scrivere la silloge in un periodo buio della mia vita. Mia zia continuava a soffrire una grave malattia, e i miei vivevano anche loro una fase turbolenta della loro relazione. Da una parte mi sentivo incapace di agire, inutile, perché non potevo far nulla per la mia sventurata zia. Dall’altra mi sentivo colpevole dei continui litigi. Il fatto che mi sentissi così era solo colpa mia. Queste vicende, però, mi spinsero a scrivere, e ogni volta che scrivo mi sento svolazzare libero e leggero nell’aria, perché ad ogni parola che l’animo partorisce ci si sente innalzare, come se ogni parola fosse la nube che elevò Cristo in cielo.
Nelle tue poesie si avverte un’alternanza di registri e uno stile fortemente evocativo. Quali sono i tuoi riferimenti poetici o letterari?
Durante la stesura della silloge, ero solito leggere solo quattro autori: Dante, Carducci, Ungaretti e il mio sommo “maestro e autore”, Leopardi. Potevo leggere molti altri autori in digitale, ma non l’ho voluto fare. Non amo il digitale. Ritengo infatti che quando si legge un libro, le pagine, avvolte un po’ ingiallite, conferiscano ulteriore incanto alla fatica di un autore. Ai nostri tempi però le cose stanno cambiando, e spesso, per farsi sentire, si è costretti a scrivere su un computer o un tablet.
Quanto delle tue esperienze personali entra nei tuoi versi e quanto invece nasce da un’urgenza più universale di esprimere emozioni comuni?
Ho cercato di parlare quasi sempre di ciò che riguardasse l’essere umano, anche se tutte le poesie nascono da esperienze propriamente mie. Poche son rimaste strettamente personali, altrimenti tutta la silloge mirerebbe a un unico messaggio valido per tutti: vivere una vita viva.
Hai ricevuto un importante riconoscimento pubblico per il tuo impegno culturale: cosa ha significato per te il “Romoletto d’oro”?
Prima di dire cos’ha significato per me questo premio ci tenevo a dire che sono stato premiato da Antonio Stampete con il volere del sindaco Gualtieri, informato su di me dal consigliere comunale Flavio Mancini, gran bella persona. Ma tornando alla domanda: per me è stato un grande onore essere premiato sul Campidoglio, dove, l’8 aprile 1341, fu incoronato Petrarca. Quando mi diedero il premio mi sembrò ricevere la corona d’alloro. So che stiamo parlando di due cose totalmente diverse, ma per me questo premio ha lo stesso valore. Aver ricevuto il “Romoletto d’oro” mi fa pensare che con questo libro forse ho fatto qualcosa di buono, in più questo riconoscimento mi offre il ponte per farmi conoscere e per poter parlare. Ecco cosa voglio: poter parlare liberamente, e di cose vere.
Cosa ti auguri che i lettori colgano leggendo Libere Emozioni e che ruolo pensi possa avere oggi la poesia nella vita delle persone?
Come spiego nella maggior parte delle dediche che ho scritto: spero che chiunque legga la mia prima fatica possa rispecchiarsi all’interno dei miei versi, e trovare in essi uno spunto di riflessione, perché ogni libro dovrebbe essere, per me, uno spunto di riflessione per chiunque cerchi qualcosa di meglio per la propria vita. Spero anche che la poesia autentica possa rinascere, difatti niente, più di una poesia, è in grado di accarezzare, passando delicatamente per le nostre membra e oltrepassando le esperienze sensoriali, la sfera più intimistica della nostra umanità. Basti pensare “Alla Luna” di Leopardi per comprendere di cosa sto parlando. Se là si leggesse quando la Luna è allo zenit, si proverebbe ciò che ho descritto sopra. Ma ciò vale per le poesie scritte col cuore, vale per quelle poesie che parlano di esperienze universali, che parlano di vita.
Cristian Renzi ci ha dimostrato che anche le emozioni più intime possono diventare un ponte verso gli altri, e che la poesia, quando nasce con sincerità, è capace di aprire spazi di ascolto e riflessione in chi legge. Se volete immergervi in un mondo fatto di immagini potenti, pensieri profondi e sensibilità autentica, Libere Emozioni è il libro che fa per voi. Continuate a seguirci per scoprire nuove voci, nuovi sogni, nuove storie.
