GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: FINCHÉ CASA NON CI SEPARI – Giorgia Arena

Cari lettori, in un mondo in cui i legami si trasformano con sempre maggiore velocità, Finché casa non ci separi di Giorgia Arena ci invita a fermarci e ad ascoltare la voce di chi, in mezzo alle macerie di un amore finito, trova la forza di ricostruire sé stessa. Protagonista del romanzo è Elisa, una donna che affronta la separazione dal compagno e padre di suo figlio, ritrovandosi a fare i conti con una casa che da nido diventa campo di battaglia, e poi, passo dopo passo, nuovamente rifugio. Con una scrittura che alterna leggerezza e profondità, ironia e dolore, Giorgia Arena – professionista nel mondo delle risorse umane e attenta osservatrice della realtà – ci racconta una storia di rinascita al femminile, fortemente ispirata alla vita vera. L’abbiamo incontrata per scoprire di più sul suo romanzo d’esordio, sul dietro le quinte della scrittura e sul significato profondo che si cela dietro le pareti di quella “casa”.

Finché casa non ci separi è una storia di rinascita personale e familiare: da cosa nasce l’ispirazione per raccontare la vicenda di Elisa?

L’ispirazione per raccontare la storia di Elisa nasce dalla profonda osservazione della realtà, della società che si evolve sempre più velocemente lasciando spazio a nuove forme relazionali e familiari. Sicuramente, seppur in parte, ho preso spunto anche dalla mia esperienza personale oltre che quella delle storie di amici e conoscenti. Volevo raccontare una storia di rinascita autentica, che non edulcorasse le difficoltà ma mostrasse come, anche nei momenti più bui, si possano trovare la forza e le risorse per ricostruire la propria vita anche partendo da un cumulo di macerie. Elisa è la personificazione della resilienza femminile, Elisa è tutte quelle donne che vedo ogni giorno lottare per bilanciare carriera, famiglia e sfide personali.

Il romanzo affronta il tema della separazione con uno sguardo realistico ma non privo di ironia: quanto è stato difficile trovare il giusto equilibrio tra leggerezza e profondità?

Trovare il giusto equilibrio tra leggerezza e profondità è stata forse la sfida più grande e al tempo stesso l’aspetto più gratificante della scrittura di questo libro. La separazione è un tema intrinsecamente doloroso e complesso, che ognuno di noi affronta a modo suo, ma sono convinta che un pizzico di ironia e autoironia possano essere gli ingredienti giusti per dare un senso al dolore, al disagio sociale e alla solitudine. La vita, dopotutto, è fatta di chiaroscuri, e il sorriso può essere un potente strumento per superare i momenti difficili. Ho cercato di non cadere né nel dramma fine a sé stesso, né nella superficialità, ma di dare voce a quelle situazioni quotidiane, a volte assurde che possono alleggerire il carico emotivo che comporta un cambiamento rendendo la storia più verosimile e vicina al lettore.

La casa, nel libro, diventa simbolo sia di rifugio che di conflitto: cosa rappresenta per te questo spazio e che ruolo gioca nella narrazione?

Per me, la casa è un simbolo potentissimo, quasi un personaggio a sé stante nel romanzo. Rappresenta il nido, il rifugio emotivo, il luogo dove si custodiscono ricordi e sicurezze. Ma, come accade nel libro, può trasformarsi anche in un campo di battaglia, un luogo di conflitto e di disillusione quando le fondamenta di una relazione vacillano. Nella narrazione, la casa di Elisa è lo specchio della sua anima e della sua famiglia: cambia, si trasforma, e come lei, attraversa un processo di ricostruzione e ridefinizione. È il punto di partenza e di arrivo della sua rinascita, il luogo fisico e metaforico in cui Elisa deve fare i conti con il passato per poter guardare al futuro. Giorno dopo giorno Elisa impara ad “abitare” il dolore, la solitudine e a capire che il nome di quella casa è proprio il suo.

Elisa è un personaggio complesso, moderno, con cui molte lettrici possono identificarsi. Quanto c’è di autobiografico in lei e nei personaggi che la circondano?

In Elisa e nei personaggi che la circondano c’è sicuramente una parte di me, ma soprattutto c’è un mosaico di esperienze che ho raccolto da altri o che ho vissuto in prima persona. Come in ogni romanzo, l’autore infonde un po’ della sua anima, ma è fondamentale distinguere tra ispirazione e mera trasposizione biografica. Elisa incarna e vive le paure, i desideri e le speranze che ho riconosciuto in molte donne, inclusa me stessa, ma è un personaggio di fantasia con una propria vita e un proprio percorso. I personaggi secondari sono invece il frutto dell’osservazione di disparate dinamiche umane: amicizie, relazioni familiari, sentimentali e professionali; le persone che ho incontrato durante la mia vita e la mia carriera sono state mescolate e reinterpretate per creare una galleria di figure che potessero essere credibili e allo stesso tempo coinvolgenti e divertenti.

Sei una professionista affermata nel campo delle risorse umane e della comunicazione: come ha influito la tua esperienza lavorativa nella costruzione dei dialoghi e delle relazioni tra i personaggi?

La mia esperienza di lungo corso nel mondo delle risorse umane ha avuto un’influenza enorme, quasi inestimabile, nella costruzione dei dialoghi e delle relazioni tra i personaggi. Ogni giorno, nel mio lavoro, mi occupo di persone, delle loro motivazioni, delle loro ambizioni e di tutte le dinamiche interpersonali che si creano nei contesti professionali. Questo mi ha guidato nella profonda comprensione della psicologia umana, delle sfumature della comunicazione verbale e non verbale, delle tensioni e dei legami che si creano tra le persone. I dialoghi del libro, anche quelli più intimi, conflittuali, interiori, sono stati plasmati da questa consapevolezza: ho cercato di renderli autentici e attuali, con la giusta dose di sottintesi e di espressività che si ritrovano nelle conversazioni reali. Le mie competenze nell’analisi del comportamento e nella gestione delle relazioni sono state fondamentali per dare spessore ai personaggi e rendere le loro interazioni veritiere.

Ringraziamo di cuore Giorgia Arena per averci accompagnato in questo viaggio tra le emozioni e le contraddizioni dell’animo umano, con la sincerità e la delicatezza che emergono anche dalle sue risposte. Finché casa non ci separi è molto più di una storia di separazione: è un percorso di consapevolezza e di crescita, un invito a non temere il cambiamento e a riscoprire la forza che si cela nei momenti di crisi. Attraverso Elisa, molte lettrici – e lettori – potranno ritrovare le proprie paure, ma anche la speranza di un nuovo inizio. Vi invitiamo a lasciarvi coinvolgere da questa lettura intensa, vera, sorprendentemente vicina. Perché, come ci insegna Giorgia, ogni casa – e ogni persona – può rinascere, anche dopo il terremoto.

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