Eccoci insieme, cari amici, per una nuova avventura letteraria! Con Il volo dell’aquila. Il suo dono. Viaggio di un’anima, Emilia Villani ci accompagna in un percorso intimo e potente, nel quale il dolore e la rinascita si intrecciano in un viaggio profondo dell’anima. Attraverso la protagonista Helen, il lettore affronta una discesa negli abissi dell’esistenza, per poi risalire lentamente alla luce, grazie a una rinnovata consapevolezza di sé. Con uno stile riflessivo e intenso, l’autrice racconta un’esperienza che parla a tutti coloro che cercano risposte dentro sé stessi e nelle relazioni che plasmano la nostra realtà. Oggi abbiamo il piacere di incontrare Emilia Villani per approfondire insieme a lei i temi centrali della sua opera.
Com’è nato il desiderio di scrivere Il volo dell’aquila e cosa ha rappresentato per lei questo progetto?
Questo è un desiderio che ha radici lontane, sin dai primi anni della mia giovinezza sono stata animata da una continua ricerca di significanza e comprensione del senso della vita, spaziando tra letture ed esperienze esistenziali, intime e relazionali. Il libro nasce, infatti, da questo incontro occasionale avuto con Helen, la cui vita è stata per me fonte di grande ispirazione e profonde riflessioni, che sono state accompagnate, via via, da una progressiva volontà tesa a dimostrare la possibilità di un riscatto esistenziale. Così la vita di Helen, come quella di qualsiasi altro essere umano desideroso di crescere nella pregnanza di essere ed esserci, si fa testimonianza di questo affrancamento e feconda emancipazione. Nell’alveo di queste osservazioni sono stata, inoltre, raggiunta da una percezione, la stessa che ho scritto nel ringraziamento con cui si apre il mio romanzo: “Ti sarà dato tutto quello che ti è stato tolto”. Questa intuizione si è poi articolata in profonde riflessioni sulla realtà umana e la sua meravigliosa energia. Quando infatti operiamo dei cambiamenti in essa, sino a viaggiare all’unisono con l’universo e i suoi doni, tutto sarà trasformato in una co-creazione di cui l’essere umano è parte attiva. La sofferenza e il dolore (rispetto ad una peculiare realtà) avranno così esaurito la loro funzione di lezione e assurgeranno a testimoni di questa realtà trasformativa, riflesso dell’evoluzione spirituale e coscienziale. Ogni essere umano è investito di questa meravigliosa responsabilità nell’impegno che si fa prima lezione, poi vita da vivere e sperimentare e infine testimone di un profondo amore per se stessi, la vita e il Divino.
Il libro si apre con una forte esperienza di smarrimento e sofferenza: quanto c’è di autobiografico in questo viaggio interiore?
Di autobiografico non vi è nulla se intendiamo gli accadimenti narrati, che vedono Helen vittima corresponsabile di questa annientante esperienza di sofferenza. Certamente in una accezione più ampia, tesa ad abbracciare il mio vissuto, anche io, come tanti, ho fatto esperienza del dolore, che, però, occorra rivesta sempre più valenza e occasione di crescita nella consapevolezza relativa al senso della vita, ma soprattutto di se stessi.
Helen, la protagonista, affronta un percorso di consapevolezza attraverso il rapporto con il “compagno”. Qual è il ruolo delle relazioni nella trasformazione personale?
La dimensione relazionale per Helen, come per qualsiasi essere umano, costituisce occasione e possibilità per un continuo confronto e riscontro circa la conoscenza di sé e ciò in un percorso di continua acquisizione di una sempre più esaustiva consapevolezza sia nella dimensione intimistica che relazionale. In questa dinamica trova piena attuazione la legge dello specchio, sia nella forma diretta che analogica. È proprio nell’incontro-scontro con l’altro che si acquisisce sempre più coscienza di sé sia nell’alveo conscio ma anche in parte inconscio, realtà psichiche queste ultime che operano condizionamenti importanti. Sta a noi proseguire sempre più in questa attività di visione, discrimine, integrazione, accoglienza o abbandono. Questo, a seconda della natura di ciò che va via via ad affiorare per poi informare il nostro sentire e le nostre reazioni emozionali.
Il titolo evoca l’immagine dell’aquila, simbolo di altezza e visione: cosa rappresenta per lei questo animale nel contesto del libro?
Il volo dell’aquila, nelle sue altezza e chiara visione, è evocativo dell’interiore viaggio coscienziale che Helen compie dentro di sé. Assistiamo ad una sorta di traslazione dalle altezze spirituali toccate e vissute dall’aquila (animale più vicino al Divino) ai reconditi coscienziali di Helen, e ciò al di là di ogni mistificazione. Come nella chiara visione dell’aquila, saranno infatti depotenziate e distrutte tutte le sovrastrutture, che soffocano e inficiano l’essenza. Helen è spinta dalla sofferenza, ma soprattutto da un profondo bisogno di verità, esattamente quella assicurata dalla chiara visione dell’aquila, che tutto osserva a elevate altitudini; ciò anche in un rapporto di corrispondenza, anche vibrazionale, di ogni realtà: trascendentale, reale, mistica, relazionale. L’obiettivo perseguito è l’acquisizione di una sempre più esaustiva consapevolezza di ogni aspetto del tutto. Helen riconoscerà e vivrà la verità di se stessa che la emanciperà da ogni condizionamento. Sarà così portata a vivere la vita proprio come l’aquila, autonoma, indipendente, coerente e libera. In questo riconoscimento della propria più autentica verità si va a celebrare in tutta la sua bellezza il valore dell’essere umano che, nel riconoscere se stesso, si va a specchiare nel Divino di cui è parte.
A chi si rivolge il suo libro e quale messaggio spera arrivi al lettore?
Il libro si rivolge ad ogni essere umano desideroso di volere il meglio per se stesso (nell’ovvio rispetto di ogni contesto relazionale). L’obiettivo perseguito è la leggerezza dell’essere ove l’esistenza è vissuta nella verità di se stessi e in una intima feconda unione con la propria anima. Questa si andrà poi a sposare con quella dell’altro, abbracciando quindi la dimensione relazionale, espressione anch’essa di ogni più autentica ed esaustiva unicità nella verità di ogni realtà.
Chiudiamo questa intervista ringraziando Emilia Villani per aver condiviso con noi il senso profondo del suo romanzo. Il volo dell’aquila non è soltanto una narrazione, ma un invito a guardarsi dentro con coraggio e a non temere la metamorfosi che ogni dolore può portare con sé. Un libro che tocca corde intime e universali, lasciando spazio alla speranza e alla rinascita.
