GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: IL LUNGO VIAGGIO DI UDDIN MOHI – Uddin Mohi

Ben trovati cari amici del Gruppo Albatros. Oggi faremo un viaggio… con Uddin Mohi. Con Il lungo viaggio di Uddin Mohi, l’autore ci accompagnerà in un racconto autobiografico ricco di emozioni, ostacoli, speranze e conquiste. Un viaggio reale e simbolico che parte da Kishoreganj, un piccolo villaggio del Bangladesh, per arrivare in Italia, attraverso mille difficoltà e con una sola certezza: la voglia di costruirsi un futuro migliore. Uddin Mohi, oggi cuoco e padre di famiglia, ci racconta la sua incredibile esperienza di vita, fatta di cambiamenti, di incontri decisivi e dell’importanza della tolleranza e dell’amore come strumenti di integrazione.

Com’è nata l’idea di raccontare la sua storia in un libro?

L’idea di scrivere questo libro è nata dall’amore per i miei figli e dal desiderio di lasciare loro il ricordo di quello che è stata la mia vita, quello che ho chiamato il mio viaggio fino ad oggi. Successivamente, è maturata in me la convinzione di raccontare non solo la mia storia, ma di incoraggiare quanti vivono o hanno vissuto una situazione simile alla mia, di povertà, o di degrado. Voglio trasmettere che c’è sempre una speranza, i sogni possono diventare realtà, e che la volontà di migliorare, di crescere ed imparare sono determinanti per la realizzazione personale. Oggi molti giovani vivono in povertà o in paesi come il mio, dove non è facile emergere e trovare un futuro migliore. Grazie a Dio, con impegno, determinazione, forza, resilienza, e umiltà nell’imparare, è possibile.

Quali sono stati i momenti più difficili del suo “lungo viaggio” e cosa l’ha aiutata a superarli?

I momenti più difficili del mio “lungo viaggio” sono stati due. Il primo quando sono partito da Mosca per arrivare in Ucraina. Ricordo la fame e il freddo patiti, l’incertezza del domani e le tante difficoltà. Avevo però l’amore di mia madre con me, che mi dava forza e coraggio per affrontare la mia situazione. Il secondo momento più difficile della mia vita, è stata l’esperienza traumatica che ha coinvolto inaspettatamente noi e nostra figlia Miriam. Come un fulmine a ciel sereno, tutta la nostra stabilità e serenità come famiglia è venuta a mancare. Abbiamo vissuto ogni giorno con l’angoscia di non sapere cosa sarebbe successo e quali risvolti, anche drammatici, ci sarebbero stati per la nostra famiglia.  Per superare questo duro periodo, abbiamo dovuto mettere in campo tantissima pazienza, amore, buon senso e la determinazione di tenere insieme la nostra famiglia a tutti i costi. Inspiegabilmente, come per miracolo, il tutto si è risolto per il meglio.

Cosa ha provato quando è arrivato in Italia per la prima volta?

Quando sono arrivato in Italia la prima volta, ho provato tanto stupore. Ero affascinato dalla cultura italiana, dall’apertura e gentilezza delle persone, dalla cucina strepitosa e da tutto ciò che rende l’Italia un paese meraviglioso. Insomma, mi sono sentito di essere giunto finalmente a casa! Si è aperto un mondo di opportunità e crescita, un sogno diventato realtà.

L’amore per sua moglie e la sua famiglia emerge con forza nel libro: quanto è stato importante per il suo percorso?

L’amore per mia moglie e la mia famiglia è stato fondamentale per il mio percorso. Giovanna e i miei figli erano e sono per me la vita stessa, e avrei dato qualsiasi cosa per loro. I sacrifici che ho fatto, anche a livello lavorativo, li ho fatti con gioia e sono stati importanti per il traguardo raggiunto. Quando tutto sembrava crollare, pensare a lei, alla nostra unione e ai figli che avremmo cresciuto, mi ha dato la forza di andare avanti, di costruire, di credere nel futuro.

Il suo libro trasmette un messaggio molto positivo sull’integrazione. Qual è, secondo lei, la chiave per far convivere culture diverse?

Far convivere culture diverse è certamente complicato, ma non impossibile. Ascolto e  rispetto sono le parole chiave. Quando ci si avvicina all’altro con curiosità invece che con pregiudizio, nascono ponti. L’integrazione non è perdere se stessi, ma aprirsi all’altro e scoprire nuovi modi per arricchirsi. Serve cuore, pazienza e il coraggio di vedere l’umanità prima delle differenze.

La storia di Uddin Mohi è una potente testimonianza di resilienza, amore e speranza. Il suo racconto ci ricorda che dietro ogni volto che arriva da lontano c’è un mondo da scoprire e comprendere. Ringraziamo l’autore per aver condiviso con noi il suo viaggio e per averci mostrato che, con determinazione e cuore, ogni sogno può trovare la sua strada. Buona lettura!

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