Nel vasto panorama del fantasy, alcuni racconti sanno trasportarci in mondi straordinari, ricchi di mistero e avventura. “Caccia ai fuochi fatui” di Jack Snow è uno di questi: un viaggio attraverso boschi incantati, simboli antichi e segreti nascosti, dove l’amicizia e il coraggio sono le chiavi per svelare l’ignoto. Oggi abbiamo il piacere di ospitare l’autore, già noto per “Guinevere di Harrandir”, per scoprire insieme a lui le radici della sua ispirazione e i retroscena di questa nuova opera avvincente.
“Caccia ai fuochi fatui” immerge i lettori in un’avventura piena di mistero e simbolismo. Come è nata l’idea di questa storia e cosa ti ha ispirato maggiormente nella sua creazione?
Questo spinoff nasce semplicemente come intermezzo tra Guinevere di Harrandir e il secondo libro della trilogia, una pausa per i lettori che mi desse il tempo di sviluppare il seguito di Guineverre di Harrandir in modo efficace. Voleva essere un semplice racconto breve, per ragazzi, immerso nel regno di Alors, con qualche elemento della storia principale. In realtà poi, si è trasformato in un romanzo più articolato, che mi ha permesso di introdurre alcuni dettagli sul popolo degli elfi e del passato di Alors. L’ispirazione, in corso d’opera, è stata la possibilità di introdurre e dare qualche nota di spiegazione sul personaggio di Sidus Malak.
I protagonisti, Nancy, Khyne, Jeroen e Gavyn, sono quattro giovani spinti dalla curiosità e dalla voglia di esplorare. C’è un personaggio in cui ti identifichi di più o che racchiude alcuni aspetti della tua personalità?
In realtà no. Come autore e scrittore, non ho mai voluto immedesimarmi in nessuno dei miei personaggi.
La foresta di Baja e i fuochi fatui sono elementi che evocano un forte immaginario legato al folklore e al sovrannaturale. Quali riferimenti mitologici o letterari hanno influenzato la costruzione di questo mondo?
Mi piace molto la mitologia Norrena, le storie degli Dei Vichinghi, le storie del Valhalla. Ai quali, ad esempio, mi ispiro per la creazione dei nomi di personaggi o foreste o altre ambientazioni. Mi ispiro, anche, molto al mondo celtico, le leggende di Re Artù, dei Druidi e dell’antica Britannia. Più che scrivere storie, mi diverto molto a raccontare storie e tutto ciò stimola la mia immaginazione.
Il tuo stile narrativo si ispira a grandi autori del fantasy come Tolkien, Brooks e Troisi. Quali aspetti del loro modo di scrivere hai cercato di trasporre nel tuo romanzo?
Possiamo aggiungere J.K.Rowling di Harry Potter e C.S.Lewis de Le Cronache di Narnia, per fare alcuni esempi i più. Tutti autori le cui storie mi hanno ispirato in alcuni dettagli delle mie. Il primo romanzo fantasy che lessì, molti anni fa, fù La spada di Shannara di Brooks, da li non ho più smesso di appassionarmi al fantasy. L’aspetto principale delle loro storie è l’eterna lotta tra bene e male, tra il personaggio buono e quello cattivo. Lo vediamo soprattutto in Tolkien, a mio parere colui che diede inizio al fantasy moderno. Ci sono vari stili di genere fantasy, epico, eroico, urbano ecc. Io ho cercato e mi sono permesso di creare il mio, un mix tra epico ed eroico, senza regole precise. Il messaggio principale che vorrei dare è che il bene vince sempre se si basa su rispetto, lealtà e onestà. Principi che possiamo ritrovare, in alcune scene nei racconti di questi grandi autori.
“Caccia ai fuochi fatui” non è solo un’avventura fantastica, ma anche un racconto di crescita e scoperta. Qual è il messaggio principale che speri di trasmettere ai tuoi lettori?
Si è vero, dal punto di vista psicologico cerco di dare un’impronta al carattere di alcuni personaggi, in modo che il lettore possa meglio capirli o identificarsi in essi. Non so se è un messaggio, però credo che chi legge un racconto fantasy debba avere la possibilità di immergersi in quelle storie e vivere, con la propria mente e la propria immaginazione, le avventure di quei personaggi. D’altronde uno scrittore fantasy crea mondi che non esistono e li rende reali, perché un lettore fantasy possa, appunto vivere le avventure di quei mondi.
Grazie, Jack, per aver condiviso con noi il tuo universo narrativo e le curiosità dietro “Caccia ai fuochi fatui”. Il fantasy ha la straordinaria capacità di trasportarci in mondi sconosciuti, ma al tempo stesso di farci riflettere sulle emozioni e le sfide della vita reale. Auguriamo a tutti i lettori un viaggio emozionante tra le pagine del tuo romanzo e aspettiamo con curiosità le tue prossime avventure letterarie!
