GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Il delicato splendore del loto – Cristina Bertazzini

Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros, dove oggi abbiamo il piacere di incontrare Cristina Bertazzini, autrice de Il delicato splendore del loto. Con la sua sensibilità poetica e il suo bagaglio di esperienze nel teatro per ragazzi, Cristina ci guida attraverso una storia che intreccia i destini di due anime in cerca di autenticità. Un romanzo che, come un dipinto impressionista, si muove tra paesaggi incantati e i battiti del cuore umano. Scopriamo insieme cosa ha ispirato questa autrice e come la sua arte prende vita nelle pagine del suo primo romanzo.

Il delicato splendore del loto è il tuo primo romanzo, ma non il tuo primo incontro con la scrittura. Come sei passata dalla poesia e dal teatro per ragazzi alla narrativa?

Mi ritengo una scrittrice ecclettica, poiché seguo i miei diversi interessi. Spazio dal teatro, visto che sono un’insegnante di recitazione, alla poesia che ho riscoperto nel 2017, al mio primo romanzo introspettivo di indagine sul rapporto affettivo di Bianca e di George. In più sono anche interessata alla spiritualità e il mio prossimo scritto, un non-libro sarà incentrato su tale argomento.

Le ambientazioni del romanzo spaziano dalle Dolomiti a Venezia, passando per la Riviera dei Fiori. C’è un luogo che ha avuto un significato speciale per te durante la stesura del libro?

Si, tutti questi luoghi fanno da catalizzatori degli stati emotivi dei personaggi: il lago è un luogo di incontro, la montagna è un rifugio, Venezia la città dei ricordi, Milano è la vita che corre. Tutti fanno da sfondo al procedere della storia dei due personaggi. In particolare, il lago di Braies mi ha colpito per la sua bellezza è perché l’acqua rappresenta i sentimenti e l’emotività, dunque l’ho scelto come luogo del primo incontro e di romanticismo.

I due protagonisti del romanzo intraprendono percorsi individuali che li trasformano profondamente. Quanto c’è di autobiografico nei loro cammini?

I due protagonisti sono due single di mezza età con i loro trascorsi famigliari alle spalle, questo è un riferimento autobiografico e ho voluto raccontare la situazione che investe molti separati, che in questi tempi sono sempre più numerosi, alla ricerca di un nuovo percorso di vita con un/a compagno/a.

La metafora del loto è particolarmente evocativa. Come è nata l’idea di utilizzare questo simbolo per raccontare la storia?

Il fiore di loto è simbolo di bellezza e rinascita e ricorre nella storia più volte, quando Bianca si mette nella posizione del loto durante lo yoga. Ciò simboleggia un cambiamento, delle scelte, la rinascita dei protagonisti e anticipa anche un finale positivo in cui si superano gli ostacoli e dove è ancora possibile la realizzazione della sfera affettiva.

Cosa speri che i lettori portino con sé dopo aver letto Il delicato splendore del loto?

Spero che i lettori possano essere intrattenuti da una storia leggera e fluida, ma che possano anche avere dei momenti di riflessione su se stessi.

Ringraziamo Cristina Bertazzini per aver condiviso con noi il cuore pulsante de Il delicato splendore del loto. La sua capacità di unire poesia, teatro e narrativa regala al lettore un viaggio emozionante e autentico. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverà in futuro questa talentuosa autrice. Continuate a seguirci sul blog del Gruppo Albatros per altre storie, incontri e ispirazioni!

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