Benvenuto, Giorgio Zanardi, e grazie per aver accettato il nostro invito. Il suo libro An-uman-imalia rappresenta una raccolta di racconti che invita a riflettere profondamente sul rapporto tra l’uomo e la natura, ponendo particolare attenzione al mondo animale. Con il suo stile evocativo e intenso, ha saputo dar voce a creature che spesso passano inosservate, trasformandole in protagoniste di storie cariche di significato e umanità. Siamo curiosi di conoscere meglio il suo percorso creativo e le ispirazioni che lo hanno guidato nella stesura di questo affascinante volume.
Cosa l’ha spinta a scrivere An-uman-imalia e a scegliere gli animali come protagonisti delle sue storie?
Sarebbe scontato dire che sono un veterinario e mi è venuto spontaneo. Ma non è così. È avvenuto per caso, disegnando animali e poi descrivendoli. In poco tempo, in stato di grazia, ho scritto quello che avevo dentro di me. Li ho riscoperti in un lato insolito, attribuendo loro sentimenti umani, avvicinandoli a noi, interpretando il nostro sentire e traslandolo nelle loro caratteristiche naturali, nel loro ambiente. E comunque, ho sempre scritto fin da adolescente, rappresenta il mio modo naturale di esprimermi.
Qual è stato il racconto più difficile da scrivere e quale quello che sente più vicino alla sua sensibilità?
Sono stati tutti facili e rapidi. Per fortuna, ho il dono di comporre una trama mentre sto scrivendo, non so mai come si svolgerà il racconto e come andrà a finire. Di solito, la prima è sempre buona. Ritocco solo la punteggiatura. I racconti li ho già in testa, senza saperlo, basta che mi metta seduto di fronte al foglio bianco e mi viene un’idea. Dovendo scegliere un racconto che ritengo mi rappresenti e che mi piace è “Gestaldt”, perché riassume l’idea che ho della vita, individuale e di insieme. Penso che le qualità di ogni essere vivente debbano esprimersi e confermarsi nel riscontro degli altri. Noi siamo nulla senza gli altri. La nostra vita consiste nella ricerca della comprensione e della comunione nel mondo in cui viviamo.
Nel libro emerge un profondo messaggio di empatia e connessione con il mondo naturale. Quanto di questa sensibilità deriva dalle sue esperienze personali?
Chiaramente, la mia professione mi ha aiutato, ma non la ritengo decisiva. La mia esperienza non si basa solo sul contatto che ho avuto con grossi e piccoli animali, ma soprattutto con l’uomo. L’espressione del raccontare gli animali coniuga quella dell’umanità, con le sue comprensibili debolezze. Mi piacciono i perdenti, i malinconici e gli ironici. È il lato della vita che mi affascina maggiormente e sento più vicino. La natura è l’altra faccia fascinosa con la quale interagiamo e rappresenta una sorprendente panacea, che tranquillizza l’animo umano. Mettersi nei panni degli altri è ciò che distingue l’Uomo dall’uomo. È una qualità straordinaria, che valorizza e sostanzia la vita. Noi cerchiamo di comprendere il mondo in cui viviamo per avvicinarci a comportarci in modo giusto. Siamo stati dotati di un cervello e della capacità di astrazione, siamo i domini della terra, abbiamo la responsabilità di tutti gli esseri viventi, animali, vegetali e minerali.
Come spera che i lettori si sentano dopo aver letto i suoi racconti? C’è un messaggio o un’emozione particolare che vorrebbe lasciare loro?
Sinceramente, non lo so. Posso solo sperare di emozionare e divertire, con leggerezza, esprimendo concetti universali, quotidiani. Certamente, i messaggi e le emozioni che ho provato a trasmettere, mi rendo conto, sembrano fuori tempo dal tempo in cui viviamo. Non credo possa essere un libricino da grandi tirature. Le emozioni che provo verso la nostra vita e quella degli animali, per trasposto essere, risiedono nell’essere buoni e indulgenti, nel capire gli altri e aiutarli, nell’accettare e rispondere con dignità agli eventi avversi o naturali a cui siamo sottoposti. In una parola, quello che conta è il Bene che riusciamo a donare.
Può anticiparci qualcosa sui suoi progetti futuri? Sta già lavorando a una nuova opera?
Ho già una cinquantina di racconti pronti, che non riguardano animali. Gli argomenti sono disparati e lo stile, penso, sia individuabile. Tra questi, vi è una piccola serie che concerne l’investigatore Marlowe, per come l’ho assimilato da Raymond Chandler. Sono camei in suo onore, ironici, come lo era lui. Un settore a parte l’ho dedicato alle tipologie umane, in modo ironico, una ventina di racconti che descrivono caratteristiche peculiari somatiche e comportamentali di persone che incontriamo e con le quali ci relazioniamo, basati sulle mie esperienze amicali. Gli altri brevi racconti parlano di uomini e sentimenti, persone vecchie e giovani, del loro transitare nella vita, apportando il loro contributo.
La ringraziamo, Giorgio Zanardi, per aver condiviso con noi il suo universo narrativo e le profonde riflessioni che animano An-uman-imalia. Il suo libro è un’opera che ci spinge a osservare il mondo con occhi nuovi, riscoprendo il valore delle piccole cose e il legame profondo che unisce ogni forma di vita. Siamo certi che le sue storie sapranno toccare il cuore di molti lettori, lasciando una traccia indelebile. Le auguriamo il meglio per i suoi progetti futuri e ci auguriamo di poterla ospitare di nuovo presto.
