GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Quasi fratelli – Laura Tognetto

Benvenuta, Laura Tognetto, e grazie per essere qui con noi sul blog del Gruppo Albatros. Il tuo romanzo Quasi fratelli ci accompagna in un viaggio intenso e delicato attraverso le vite di Carlo, Andrés e dei loro amici, sei giovani che affrontano le sfide della crescita, dell’amicizia e delle ombre personali. Un racconto corale che esplora i legami profondi, le difficoltà e le speranze che caratterizzano quel momento di passaggio cruciale tra l’adolescenza e l’età adulta. Siamo curiosi di approfondire con te la genesi di questa storia e i temi che hai scelto di trattare.

Quasi fratelli presenta una ricca coralità di personaggi, ognuno con la propria storia e i propri demoni. Come hai lavorato per costruire un intreccio così complesso e renderlo fluido e coerente?

Le mie storie partono spesso da un’idea semplice che si evolve lentamente. Così i personaggi nascono piccoli, un po’ come succede nella vita vera, e crescono diventando via via più complessi, arricchendosi di peculiarità e definendosi nelle sfumature. Nel mio personale modo di lavorare il tutto prende forma un po’ alla volta, a mano a mano che le parole escono sulla carta o sullo schermo del pc. Non saprei definirla meglio se non come una crescita progressiva e graduale, che vale per i personaggi ma anche per l’intreccio vero e proprio.

Carlo e Andrés rappresentano due figure centrali nel romanzo, unite da una profonda amicizia. Cosa ti ha ispirato nella creazione del loro legame e quanto c’è di autobiografico nelle loro storie?

Carlo e Andrés sono solo superficialmente ispirati a persone che ho veramente conosciuto durante il mio percorso universitario, ma sono nel profondo, personaggi di fantasia. Volevo mettere in risalto le diversità e raccontare come alle volte possano nascere legami forti anche da incontri casuali, tra persone apparentemente molto lontane tra loro, nel vissuto e nel carattere.

Uno dei temi chiave del romanzo è il passaggio all’età adulta, spesso segnato da esperienze difficili e dolorose. Cosa speri che i lettori possano trarre dai percorsi dei tuoi personaggi?

Penso che l’età tra i 20 ed i 25 anni, quella che corrisponde nel caso specifico alla frequenza universitaria, rappresenti un periodo importante di crescita e di formazione personale. Corrisponde ad un momento di passaggio, nel quale si delineano le caratteristiche di ognuno, ci si forma con le esperienze fuori dalla famiglia, magari si sbaglia ma si inizia a capire cosa si vuole fare e soprattutto che tipo di persona si vuole diventare nella vita. La bellezza di questa età, anche se magari ancora piena di incertezze, è l’impressione di avere ancora tutto il tempo davanti, quindi sostanzialmente c’è l’aspettativa, c’è la speranza, c’è l’idea che tutto sia ancora possibile.

Il romanzo esplora tematiche delicate come amore, sesso, amicizia e il peso delle scelte. Quanto è stato complesso bilanciare questi elementi senza perdere l’autenticità della narrazione?

Tutte queste tematiche fanno parte della vita, quindi in realtà non è stato difficile, appartengono alla narrazione stessa. Il mio intento era quello di scrivere una storia che parlasse di sentimenti ma che fosse pienamente dentro alla realtà.

Hai scelto di raccontare una generazione alle prese con la propria identità e le proprie paure. Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere con Quasi fratelli?

Sinceramente cerco di non prendermi troppo sul serio in questo mio nuovo ruolo, penso che i veri scrittori siano altri. Però mi piace raccontare delle storie, e queste storie nascono dalla mia fantasia ma anche dall’osservazione delle persone che mi passano accanto ogni giorno e che diventano, inconsapevoli, fonte di ispirazione. Una volta che l’hai scritta poi la storia non è più tua, ma diventa di chi la legge e sarà il lettore a dargli il significato che sente. Quello che vorrei lasciare quindi è un sorriso, un po’ di leggerezza, e la speranza che i giovani di questa generazione, che vedo purtroppo preda di ansie ed insicurezze, trovino le loro certezze, la loro strada, come succede ai personaggi del mio romanzo.

Grazie, Laura, per aver condiviso con noi i retroscena e i temi di Quasi fratelli. La tua sensibilità nel raccontare la complessità della giovinezza e dei legami umani emerge con forza nel romanzo, offrendo ai lettori una storia profonda e coinvolgente. Ti auguriamo il meglio per questo libro e per i tuoi futuri progetti letterari. Speriamo di risentirti presto!

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