Oggi abbiamo il piacere di conversare con Cirillo Ballardini, autore di “Silvester Dago e l’era dello Spirito Santo – VOL. 1”, un thriller che si addentra nei meandri del potere, della geopolitica e dei segreti internazionali. La storia prende il via nell’anno 2012, quando il protagonista, Silvester Dago, giovane e brillante direttore dell’Agenzia per la Tutela degli Interessi Economici Nazionali Strategici all’Estero, si trova a fronteggiare una pericolosa missione. In un intreccio che coinvolge i servizi segreti russi e un misterioso banchiere, Dago si ritrova a esplorare il confine tra lealtà e sopravvivenza. Con una trama densa di colpi di scena, Ballardini trascina il lettore in un viaggio avvincente e ricco di suspense. Scopriamo di più su questa avventura e sui retroscena di un libro che promette di lasciare il segno.
Cirillo, come è nata l’idea di scrivere una spy story incentrata su temi geopolitici e religiosi? Cosa l’ha ispirata nella creazione di Silvester Dago e delle sue vicende?
Innanzitutto, partiamo dal titolo: “L’era dello Spirito Santo” rimanda agli scritti di Gioacchino da Fiore, famoso e celebrato teologo calabrese (inserito nell’elenco dei beati dai gesuiti e citato da Dante nel Paradiso) vissuto nel dodicesimo secolo. Egli suddivise la storia dell’uomo in tre ere (o età): l’era del Padre, l’era del Figlio e l’era dello Spirito Santo, profetizzando che nell’ultima era (appunto quella dello “Spirito Santo”) gli uomini sarebbero finalmente tornati in contatto diretto con Dio (come una riconciliazione al termine di un lungo cammino, iniziato fuori dai cancelli del giardino dell’Eden). Io l’ho un poco riadattata, provando ad ipotizzare le reazioni che provocherebbe, nel mondo, l’avvento di una concreta teofania. Il misterioso codice rubato dal turco Ibrahim Abdullah è stato ricavato da un segnale spaziale che da sempre circonda la Terra, tradotto dopo anni di studi ad opera di una segreta equipe di scienziati capitanata da una giovanissima Premio Nobel. Esso contiene le coordinate che permettono di ottenere una rappresentazione grafica incredibile: un’immagine irresistibile capace di sconvolgere la vita di chiunque la osservi. Una visione soprannaturale, potenzialmente in grado di cambiare le sorti dell’umanità. Il protagonista, Silvester Dago, divenuto involontariamente portatore di parte del codice rubato, si ritroverà a fuggire braccato da criminali internazionali e servizi segreti di mezzo mondo. E anche da esseri ben più pericolosi … La vicenda è ambientata nell’anno 2012 (pochi mesi dopo la caduta di Gheddafi), l’anno in cui alcune teorie New Age profetizzavano l’inizio dell’Era dell’Acquario (non tutti sanno che, in parte, queste teorie sono state ispirate dagli scritti di Gioacchino).
Il personaggio di Silvester è complesso e pieno di sfumature. Quali aspetti della sua personalità ha voluto esplorare maggiormente, e in che modo questo si riflette nel contesto della sua missione?
Se dovessi soffermarmi su un aspetto della personalità di Silvester Dago direi che, innanzitutto, egli è un uomo onesto. Lo è per natura, oltre che per convinzione, e riuscirà a rimanere fedele ai suoi principi nonostante le prove che dovrà affrontare e gli orrori cui diverrà testimone. La sua caratteristica principale, però, non deriva dalla sua personalità ma dalla sua vicenda umana: è un uomo senza passato. Cresciuto in un orfanotrofio, nulla sa della sua famiglia di origine e, soprattutto, i suoi primi ricordi cominciano dall’età di otto anni. Dopo aver ricevuto tramite ipnosi il codice rubato dal banchiere turco inizierà a vivere un sogno inspiegabilmente vivido. Nel sogno incontrerà visi famigliari, persone che lo hanno amato e che lo accompagneranno dentro la sua memoria sopita. Alla fine, ritroverà i suoi ricordi e, quindi, se’ stesso. Ecco, Silvester è il protagonista del libro perché ne deve incarnare il messaggio: in una disputa sui destini del mondo, la manifestazione divina rivolgerà la sua attenzione a una singola vita. Perché ogni singola esistenza è importante nell’equilibrio delle cose.
La trama sembra muoversi tra due forze, quella del potere economico e quella della fede. Come ha scelto di intrecciare questi elementi e cosa rappresentano per lei?
La trama si muove essenzialmente nello scontro tra due pensieri contrapposti: i possessori del codice, gli “americani”, vedranno in esso un pericolo senza precedenti ai sistemi democratici moderni e, quindi, alle libertà individuali (soprattutto dopo aver scoperto un intrigo mondiale, guidato delle principali religioni del pianeta, volto ad impossessarsi del segreto progetto di ricerca). La venerazione della libertà dell’individuo come valore assoluto e imprescindibile li porterà prima a celare al mondo i risultati della incredibile scoperta, e poi alla decisione di distruggerla. La filosofia che guida il loro pensiero si basa sulla assoluta fiducia nel progresso illimitato, e nella capacità dell’uomo di ridisegnare gli equilibri del mondo tempo per tempo. Il Preposito Generale della Compagnia di Gesù, Padre James da Ausburg, la pensa invece in modo diametralmente opposto: egli, e il vastissimo apparato che lo supporta, sono convinti che i ritmi dell’uomo siano ormai divenuti troppo veloci per i tempi della Terra. La sete di benessere materiale che imperversa in ogni dove sta creando tensioni mondiali ormai insopportabili, e le prossime guerre per gli spazi e per le risorse dimostreranno che lo sviluppo senza freni sta conducendo l’umanità verso il baratro. La nascita di una nuova religione mondiale, supportata dalla scoperta scientifica dell’esistenza di Dio, e dalla possibilità di rendere ogni singolo individuo partecipe della sua visione, permetterà forse di ricondurre le masse verso un progresso sostenibile. Padre James, inoltre, vede nella scoperta della teofania l’avvento della “Terza Era” profetizzata da Gioacchino secoli prima.
Il rapporto con i servizi segreti russi aggiunge un tocco intrigante alla storia. Cosa ci può dire della dinamica tra l’Agenzia italiana e i servizi russi?
I servizi segreti russi, in particolare il GRU (che è uno degli apparati più potenti) sono guidati da un trio di streghe discendenti dalla famiglia Romanov (e dal mistico Rasputin). Vivono ai margini di una regione semi selvaggia, persa nel mistero di questa nazione magica e smisurata. E vivono negli spazi abbandonati di un malinconico palazzo celebrando il paganesimo: sono consapevoli dell’esistenza di entità soprannaturali (anzi, ne sono esse stesse partecipi), ma venerano come unica divinità il Mondo con i suoi equilibri. Arcadia è il nome della regione mitologica del dio Pan, mentre la principessa Sofia simboleggia, nella sua fisicità, “Madre Natura” (in seguito si scoprirà come). Inseguiranno Silvester Dago per recuperare la parte del codice a lui trasmesso e distruggerla, per impedire che i progetti di Padre James arrivino a compimento. E sono, di fatto, le protettrici del mondo (almeno del mondo come oggi lo conosciamo). I rapporti tra l’intelligence russa e quella italiana si basano su un imbroglio: si scopre fin da subito che l’alto funzionario Camarrani è in accordi con il Cardinale Moncada, e finirà per sottrarre lo sfuggevole turco al GRU riuscendo a far ricadere la colpa sul direttore Silvester Dago. Ma l’influenza delle principesse Romanov è tale da superare i confini nazionali, e spingersi anche oltre oceano.
Il libro è solo il primo volume di una saga. Senza rivelare troppo, cosa possiamo aspettarci dall’evoluzione della storia e del personaggio di Silvester nei prossimi capitoli?
La seconda parte inizia con un viaggio nello Stato di Israele, dove Silvester e il suo accompagnatore Aldo sono attesi dal “Moloch”, il criminale più pericoloso dell’epoca moderna. Esso li consegnerà alla CIA, per essere poi portati negli USA, nella sede della Lemon Inch, la multinazionale più potente del pianeta. Verranno costantemente inseguiti da Azrael, il misterioso mercenario che, fingendo di assecondare le mire di Padre James e del funzionario Camarrani, sta in realtà perseguendo un proprio piano. All’interno dell’Idea Park, la sede della ricchissima multinazionale “Big Tech”, in un enorme padiglione un ologramma riproduce l’immagine divina, ricostruita seguendo le coordinate contenute nel codice segreto.
Grazie, Cirillo, per averci accompagnato dietro le quinte di “Silvester Dago e l’era dello Spirito Santo”. Questo primo volume si presenta come una lettura emozionante e ricca di spunti di riflessione, capace di trasportare il lettore nel cuore di un intreccio internazionale avvincente. Non ci resta che aspettare con trepidazione il prossimo capitolo di questa saga e scoprire quale destino attende il protagonista.
