GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: VELLUTO – Giacomo Tammaro

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Giacomo Tammaro, autore del coinvolgente romanzo “Velluto”. La storia di Antonio Fusco, un avvocato la cui vita sembra collassare sotto il peso delle tensioni familiari e delle sfide professionali, ci trasporta in un affascinante viaggio nel tempo, fino alla Napoli del 1919. Attraverso il personaggio del marchese Antòn de Fuisser, Tammaro ci offre una riflessione profonda sui legami tra passato e presente, invitandoci a esplorare le sfide dell’identità e il cambiamento. Senza ulteriori indugi, andiamo a scoprire di più su “Velluto” e sull’ispirazione che ha guidato l’autore nella sua creazione.

Cosa ti ha ispirato a scrivere “Velluto” e quale messaggio principale speri di trasmettere ai lettori?

“Velluto” trae ispirazione dalla mia passione per la storia, l’architettura, il galateo e principalmente dal periodo storico che va dal Neoclassico al Liberty. Tutto nacque durante una visita guidata in una delle più eleganti e raffinate ville napoletane (luogo in cui d’altronde ho ambientato la dimora della Duchessa Romilda). Superato il vasto giardino e messo piede nella residenza, la mente si connesse a quella atmosfera e l’incipit del romanzo venne da sé. I messaggi che vorrei condividere con i lettori sono vari e leggendo il racconto sono di semplice acquisizione sin dalle prime pagine. Posso enfatizzare però il messaggio portante che spero giunga facilmente: L’amore in tutte le sue sfaccettature… non è mai abbastanza.

Come hai costruito il legame tra Antonio Fusco e il marchese Antòn de Fuisser? Qual è il significato di questo dualismo temporale nella narrazione?

I due protagonisti, Antonio e Antòn, sono l’antitesi l’uno dell’altro: una medaglia con due facce diverse ma con lo stesso cuore passionale e combattivo. Il loro legame salterà fuori solo quando uno accetterà l’altro, quando uno smetterà di “sottomettere” ideologicamente l’altro e quando entrambi ammetteranno a sé stessi che l’amore, la passione e il dolore, possono avere innumerevoli sfumature senza un forzato pensiero unico. Collocare i due interpreti in uno spazio temporale distinto, con cento anni di separazione, ha reso possibile scindere le due epoche e metterle a confronto soprattutto socialmente. Uno vive in un’epoca romantica, raffinata, contornata da pensatori, letterati, ed abbellimenti sociali; un’epoca in cui l’amor cortese trionfa. L’altro è figlio di una generazione moderna, veloce, consumistica; un’epoca in cui “amore” ha facilmente come sinonimo fugacità. Le due personalità differenti potranno scoprirsi reciprocamente ed apprendere dal mondo temporale altrui e farne insegnamento, diventando più vulnerabili alle emozioni e sorridendo anche delle piccole cose.

La Napoli del 1919 è un elemento centrale del tuo romanzo. Che tipo di ricerca hai condotto per rappresentare fedelmente quel periodo storico?

Cimentarmi nella Napoli del primo Novecento è stato alquanto facile per me, devo ammetterlo. Come già detto sono un fautore di quell’epoca ed un collezionista di libri, manoscritti, disegni, quotidiani storici e gouache. È bastato rispolverare dalla libreria i volumi più evocativi ed utili a descrivere al meglio le ambientazioni. Una città storica come Napoli, d’altronde, necessita poca fantasia aggiuntiva perché “un bel palcoscenico allestito è metà successo”.

In che modo la storia di Antonio riflette le sfide contemporanee delle relazioni familiari, in particolare quelle tra genitori e figli?

Antonio a mio parere è un buon padre ma ha perso la bussola per poter esserlo al meglio. Le incombenze della vita, il lavoro, il bilancio familiare grava molto spesso sulle spalle dei genitori. Questo può far smarrire la bellezza della cosa per cui si sta tanto combattendo: la propria famiglia. È così facile fermarsi e concedersi un attimo con i propri cari… eppure troppo spesso non troviamo modo per farlo. Antonio si ritrova con un adolescente di cui non riconosce praticamente più nulla; un ragazzo, un figlio che non è più un bambino ma un giovane adulto con pensieri e volontà mutate. Se Antonio si fosse fermato un attimo anche lui, avrebbe capito che il figlio Alex è una persona, un individuo, e non solo una prole da dover a tutti i costi solo proteggere e sfamare. A mio parere tutti i genitori non dovrebbero mai dimenticare che prima di essere tali, erano figli; ragion per cui, oltre l’accudimento sarebbe doveroso confrontarsi e chiedere sempre il loro parere. Anche perché impartire lezioni è facile, ascoltare e capire le necessità potrebbe esser un po’ più impegnativo.

Quali temi ricorrenti nel tuo libro ritieni siano particolarmente rilevanti per il lettore di oggi?

Ho voluto aggiungere innumerevoli spunti di riflessione e svariati argomenti. Mi piaceva l’idea di offrire al lettore temi diversi: magari di cui parlarne in famiglia o con gli amici. “Velluto” oltre ad essere un romanzo storico che offre un quadro panoramico-temporale, vuole sottolineare l’importanza di amare chi si vuole in totale libertà. Nonostante le battaglie fatte nei secoli, l’omofobia è ancora analoga al razzismo. Se la fede e la patria possono esser scelti durante il percorso di vita, lo stesso non si può dire per l’orientamento sessuale e l’etnia, e ciò deve essere considerato come una peculiarità, un tratto distintivo e non di certo un punto di differenziazione. È importante continuare a diffondere il messaggio che le parole “Rispetto e Uguaglianza” devono esser scolpite a grandi lettere tra i primi diritti di ogni Stato, in qualunque parte del mondo. Le dittature con tutte le sfumature e nomenclature acquisite nella storia sono il vero cancro di una società. Assoggettare e dominare ideologicamente, religiosamente, culturalmente e socialmente, può solo portare alla perdita dell’individualità. Non siamo burattini e non dobbiamo permettere a nessuno di plagiare il nostro intelletto e la nostra natura. Combattiamo sempre per la libertà, affinché vengano debellate e non si ripresentino più episodi di violenza razziale!

Grazie, Giacomo Tammaro, per aver condiviso con noi il tuo mondo creativo e per averci dato uno sguardo così profondo nel cuore del tuo romanzo “Velluto”. La tua capacità di intrecciare storia e fiction ci offre un’ottima opportunità di riflessione sulle dinamiche familiari e sull’importanza del passato nel plasmare il nostro presente. Siamo certi che i lettori saranno affascinati dalla tua scrittura e dall’universo che hai creato. Non vediamo l’ora di scoprire i tuoi prossimi progetti letterari!

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