Oggi abbiamo il piacere di dialogare con Luciana Mascagni, autrice de “Il canto dei frati”, un romanzo che intreccia amore, dolore e rinascita in un viaggio emotivo che parte dalle isole Lipari per arrivare alla suggestiva Volterra. Il legame tra Anna e Marco, i due protagonisti, è profondo come il mare che li circonda, ma le onde della vita non sono sempre calme. Con uno stile raffinato e coinvolgente, Luciana ci regala un racconto intenso, dove la bellezza dei paesaggi si fonde con le emozioni dei personaggi, rendendo la lettura un’esperienza suggestiva e immersiva.
Cosa ti ha ispirata a raccontare la storia d’amore tra Anna e Marco?
La prima fonte d’ispirazione è stata la città di Volterra, che è la mia città d’origine e sulla quale da qualche tempo volevo scrivere qualcosa. L’occasione si è presentata quando mi sono state raccontate alcune storie fiorite intorno ad un suo antico e affascinante monumento: la Badia Camaldolese. Così è nata la vicenda d’amore di Anna e Marco, due persone completamente diverse come i luoghi dai quali provengono: bellissima, sfuggente e tormentata lei, tranquillo e dal carattere solare lui.
Anna è un personaggio complesso, segnato dal dolore ma anche dalla speranza. Come hai costruito il suo percorso di rinascita?
L’incontro con Marco segnerà l’inizio del percorso di rinascita di Anna. Il muro che lei ha costruito intorno a sé e dietro il quale vive isolata, inizierà a mostrare le prime crepe quando s’innamorerà di lui, ma questo non basterà. Il percorso sarà ancora lungo e faticoso. Infine, sarà proprio a causa di un evento misterioso che riuscirà a elaborare il suo senso di colpa e a intraprendere un cammino di rinascita.
Il tema del senso di colpa è centrale nel romanzo. Cosa hai voluto trasmettere attraverso questo aspetto emotivo della protagonista?
Il senso di colpa di Anna principalmente è dovuto al fatto di non aver saputo accettare la morte, prima della sorella e poi della madre; il suo è un rifiuto di accettare il dolore. Quanti di noi si colpevolizzano per non aver agito in maniera diversa in determinate situazioni? Il tempo poi ci aiuta a considerare gli eventi in modo diverso e razionale. Nel romanzo Anna, nonostante le incertezze e i tormenti, trasmette un messaggio di speranza quando infine accetta una realtà che non è possibile cambiare.
Le ambientazioni del tuo romanzo sono molto suggestive. Come hai scelto i luoghi e in che modo hanno influenzato la storia?
Come ho già detto volevo scrivere qualcosa su Volterra, città bellissima dall’atmosfera cupa e misteriosa, dove il tempo sembra essersi fermato; quindi, è stato facile descrivere monumenti e panorami che conosco molto bene. Lipari invece l’ho scelta perché qualche anno fa avevo fatto una vacanza alle isole Eolie e ne ero rimasta incantata. Ho voluto creare un contrasto terra-mare che si riflettesse anche nei due protagonisti così diversi: Marco, uomo di terra, sensibile ma anche razionale, amante del mare e della pesca subacquea e Anna, donna di mare, tormentata e introversa, che troverà proprio nella città di Volterra, apparentemente come lei, chiusa, fredda e distante, la soluzione dei suoi problemi.
Il titolo “Il canto dei frati” è evocativo e misterioso. Puoi raccontarci il suo significato e come si collega alla trama?
Il titolo “Il canto dei frati” mi è stato suggerito da un episodio che mi era stato raccontato da una persona a me molto vicina e alla quale era capitato qualche tempo fa. In quel periodo la persona in questione prestava servizio di volontariato all’ingresso della Badia Camaldolese. Quest’antico monumento, ormai quasi in rovina, si trova in un panorama bellissimo e spaventoso, sull’orlo della voragine delle Balze. I frati camaldolesi l’hanno abbandonato a causa dei continui terremoti nel 1848. Destinato forse a scomparire, si può visitare solo in determinati periodi. Infatti, era estate, il sole stava tramontando e i turisti se n’erano andati. Roberta si apprestava a chiudere il portone, quando un canto religioso in latino si è levato tra quelle mura, spaventandola. “Sono sicura di non essermelo immaginato” mi aveva detto. Questo episodio mi aveva suscitato molta curiosità e decisi d’inserirlo nel libro. Il titolo si lega soprattutto al personaggio di Anna, che fin dalla prima volta che visita quel luogo se ne sente attratta in modo irresistibile. Infine, sarà proprio in quel posto misterioso, che riuscirà a gettarsi definitivamente alle spalle il suo doloroso passato e andare incontro al futuro con il suo Marco.
Grazie, Luciana, per aver condiviso con noi il cuore del tuo romanzo e il viaggio interiore di Anna. “Il canto dei frati” è una storia che lascia il segno, toccando temi universali come l’amore, la perdita e la rinascita. Siamo sicuri che i lettori si lasceranno trasportare dalla bellezza delle tue parole e dalle emozioni che hai saputo evocare.
