Benvenuti lettori del blog del Gruppo Albatros, oggi siamo felici di avere con noi l’autrice Francesca Iorani, il cui libro “La crisalide di cristallo – 30 lettere (d)al mio inconscio” ha affascinato e ispirato molti lettori con la sua profonda analisi dell’animo umano e del percorso di rinascita personale. Francesca ci guida attraverso le intricate vie della sua metamorfosi interiore, aprendo il suo cuore e la sua mente per condividere con noi le tappe di un viaggio emozionale e spirituale unico. Le sue parole trasportano il lettore in un mondo di riflessioni profonde e introspezioni sincere, dove il dolore e la vulnerabilità si mescolano alla forza e alla resilienza. Oggi, avremo il privilegio di approfondire ulteriormente questa esperienza attraverso cinque domande rivolte direttamente a Francesca Iorani, permettendoci così di conoscere meglio la mente e il cuore dietro questo straordinario lavoro.
Francesca, il tuo libro “La crisalide di cristallo” è un viaggio emozionale attraverso le tue esperienze e riflessioni più profonde. Cosa ti ha spinto a condividere così apertamente la tua storia e il tuo processo di trasformazione personale?
Condividere la mia esperienza non è stato semplice, sentivo però di doverlo a me stessa come fosse un traguardo importante finalmente raggiunto e come uno sfogo liberatorio. Ho avuto delle titubanze sia sulla pubblicazione che sulla scelta del mio nome o l’opzione di uno pseudonimo ma poi se avessi scelto quest’ultimo non avrei dato ragione d’essere al libro stesso, che, per l’appunto vuole portare un massaggio grande di libertà, di riuscita e di superamento del pregiudizio e della paura, con la capacità di assumersi la responsabilità di essere ciò che siamo, del nostro vissuto e del nostro divenire senza maschere che vanno ad oscurare la nostra vera luce e sostanza, senza artifici. Noi, nudi e crudi. All’inizio Ho avuto il pensiero del pregiudizio di chi mi era vicino, pensando che in qualche modo le persone avrebbero assunto un comportamento diverso dopo aver letto il libro, ma quella per me era un’altra prova. Perché si, le persone vanno messe alla prova di tanto in tanto. Mi sono detta nuovamente di lasciare che tutto uscisse fuori. Ho pensato che qualcuno invece, potesse ritrovarsi in quelle parole e sentirsi meno abbandonato, un po’ rassicurato. Trovare un conforto, un amico. È stato appagante e soddisfacente. Vedere realizzato un piccolo sogno è liberatorio; disfarsi di tutto quel rimuginare che mi aveva accompagnato in quel viaggio interiore. Scrivere lo consiglio sempre, è un’arte profondamente sincera, aiuta ad incanalare le cose e a metabolizzarle.
Nel tuo libro, parli della tua lotta con l’ipersensibilità e il conflitto interiore. Qual è stata la parte più difficile del tuo percorso di rinascita e come sei riuscita a superarla?
La parte più difficile è sempre fare i conti con sé stessi, prendere coraggio e dire “sì, è accaduto davvero”. È stato difficile essere costantemente accompagnati da questo malessere che mi divorava da dentro. La parte confusa del percorso la ricordo a tratti, fra alti e bassi e paure costanti ma la parte più dura è arrivata sul finire, quando coscientemente senti di non essere del tutto fuori dal vortice, porti ancora gli strascichi addosso, situazioni pregresse che tornano in mente e vanno a collidere con i progressi fatti, ti trascinano un po’ indietro. Tuttora ho a che fare con questi blocchi, ma mi fermo appena e reagisco subito. La soddisfazione è davvero grande e da una carica immensa. A confronto tutto sembra così banale ed è proprio ripensare ad alcune cose che mi dà la forza di non farmi rallentare. L’ho superata perché volevo farlo, volevo ritrovarmi. In cuor mio non ho mai pensato di non farcela, era questo che mi ha fatto reggere, mi piaceva il pensiero che avevo della persona che avrei potuto essere; la persona che sentivo essere sotto la corazza che mi imprigionava. Volevo vedermi felice.
Le trenta lettere che compongono il tuo libro rappresentano un percorso di crescita e autoanalisi. Qual è stata la lettera più significativa per te e perché?
La lettera più significativa è difficile da scegliere, tutte sono state un tassello fondamentale, hanno creato la strada per uscire fuori da quel bozzolo di cristallo. Se dovessi proprio sceglierne una forse sarebbe forse la numero 7. In questa lettera mi soffermo sul tema della metamorfosi apparente, che tarda ad arrivare e che ci illude facilmente. Siamo ancora fragili, cosparsi di bruciature e una luce si intravede… purtroppo è certo cadere nell’errore poiché è talmente forte la voglia di risorgere che ci distruggiamo nuovamente da soli. Qui la riflessione è anche sul tipo di metamorfosi a cui aspiriamo. Stiamo andando nella direzione giusta, questa direzione è davvero ciò che sentiamo Dentro di noi oppure è stata incanalata da qualcun’altro o da qualche avvenimento che ci ha piegato alle sue volontà? Omologarsi all’identità in cui ci hanno inserito o ci vorrebbero vedere oppure alla propria? In questa lettera c’è anche un forte messaggio di speranza e di coraggio. “Così, a cadenze irregolari uscivo dal mio bozzolo per far visita al mondo” Il vostro miglior sostenitore siete e se rimarrete sempre Voi stessi! Questo credo sia l’aspetto più importante del libro, chiedersi sempre se stiamo rimanendo fedeli a ciò che siamo davvero.
La tua storia è un esempio di resilienza e forza interiore. Quali consigli daresti a chi sta attraversando un momento di grande difficoltà e cerca di trovare la propria strada verso la guarigione e la rinascita?
il consiglio che sento di dare è il banale “non arrendersi” condensato con un po’ di testardaggine, che però molto spesso non ti assiste. La paura della schiacciante pressione a cui siamo chiamati ci soffoca ovunque e rimanendo bloccati collezioniamo anni di frustrazioni che invece ci logorano sempre di più. Abbiate il coraggio di urlare via tutto il vostro dolore e lasciate andare il peso che ne comporta. Chiedete aiuto se quest’ultimo è troppo forte e non nascondete mai le vostre fragilità, c’è disperato bisogno di mettere a nudo la propria sensibilità per fare la differenza. Se solo bastasse ad aiutare una sola persona vi sentirete liberi da tutte quelle gabbie che ci hanno imposto e che ci siamo fatti incollare addosso.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti letterari o personali? Hai in mente di continuare a esplorare temi simili o hai nuove sfide creative che vorresti affrontare?
Mi piacerebbe scrivere un libro per bambini. Il motivo è semplice, occorre partire da lì, quando tutto ancora non è scritto e possiamo lasciarli essere liberi di vivere sviluppando le proprie potenzialità senza deviare le loro aspirazioni e la loro spontaneità. Ricreare un ambiente sano partendo dalla scuola. Il filo conduttore sarebbero sempre tematiche legate alla psiche, alla ricerca di se stessi e della propria libertà. (magari lontano dai social) per riscoprire un’infanzia legata a ginocchi sbucciati e giochi invisibili, finché c’erano occhi ad immaginarli. In ogni caso mi piace allargare i miei orizzonti, senza confini, per lasciare aperta ogni porta a qualsiasi tipo di nuova scrittura.
Grazie infinite, Francesca Iorani, per aver condiviso con noi la tua storia e il tuo prezioso insight. Le tue parole sono un faro di speranza per coloro che affrontano le proprie sfide interiori, e siamo grati per il tuo coraggio nel condividerle con il mondo. Auguriamo a te e al tuo libro “La crisalide di cristallo – 30 lettere (d)al mio inconscio” tutto il successo che meritate, e non vediamo l’ora di seguire il tuo cammino e le tue future opere. Grazie ancora per essere stata con noi oggi.
