GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Io resto – Francesca Maria Marrone

Benvenuti lettori del blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo entusiasti di presentarvi un’autrice e il suo affascinante romanzo che cattura l’anima e invita alla riflessione su un tema universale: la ricerca della felicità. In “Io resto”, Francesca Maria Marrone ci guida attraverso le vite intrecciate di Antonia, Teresa e Miriam, donne coraggiose che affrontano le sfide della vita con determinazione e passione. È un onore avere con noi l’autrice per svelare i segreti dietro questa toccante storia di resilienza e speranza.

Francesca, cosa ti ha ispirata a scrivere “Io resto” e qual è il messaggio principale che desideri trasmettere attraverso le storie di Antonia, Teresa e Miriam?

La fonte di ispirazione principale di “Io resto” è il Salento, con la sua luce, i suoi colori, la sua gente, il suo cibo, il suo dialetto. Conosco bene questa terra che mi ha, in pratica, “adottata” (mio marito è salentino) e le idee sono nate proprio lì, su una terrazza, in una sera d’estate. Ho voluto raccontare la storia di queste tre donne, che appartengono a tre generazioni diverse, per sottolineare la determinazione e la sensibilità che caratterizzano l’universo femminile e che vanno al di là delle contingenze storiche o delle esperienze personali. Il messaggio principale è quello di trovare la forza sempre di “restare”, che può voler dire anche andare altrove, ma rimanendo dentro la propria storia, vivendola con coraggio e scegliendo nella libertà di seguire i propri sogni e il proprio cuore.

Le protagoniste del tuo romanzo affrontano molte difficoltà lungo il loro percorso verso la felicità. Come hai sviluppato i loro personaggi e le loro sfide individuali?

La storia delle protagoniste nasce dal desiderio di raccontare le sfide che, quotidianamente, bisogna affrontare. La nonna Antonia trae spunto da un personaggio realmente esistito che, anche se per poco tempo, mi ha trasmesso la tenacia e la caparbietà di chi non si lascia abbattere da un destino a volte avverso, fatto di fatica, di dolore, spesso di solitudine, ma sa contare sulle cose semplici e partire da quelle per essere felice. Le altre storie sono frutto della mia fantasia, ma prosegue il filo conduttore della grinta e della volontà di restare nel proprio destino ed esserne artefici, scrivendo pagine nuove alla propria storia e facendo di ogni situazione un’opportunità di crescita.

La famiglia è un tema centrale in “Io resto”. Qual è il ruolo della famiglia nel supportare e influenzare le nostre vite, secondo te?

Come dice Proust, dalla famiglia riceviamo sia le idee di cui viviamo che la malattia di cui moriremo. Dunque, la famiglia, qualunque essa sia, è la cosa che più di tutte ci segna, inevitabilmente. Ci forma, ci influenza, ci incoraggia, ci ferisce, ci lega, ci appartiene per sempre, nel bene e nel male. La cosa più importante che dovrebbe fare è darci gli strumenti per imparare a vivere da soli e poi lasciarci andare. La libertà è lo spazio più grande dell’amore e se è vero che all’interno di una qualunque famiglia si dovrebbe imparare a stare al mondo per essere cittadini di domani, questo valore non dovrebbe mancare mai. Lo sanno bene le donne del libro che lottano per questa libertà e, anche quando non si capiscono, restano in rispettosa attesa affinché la strada dell’altro si delinei come viene sognata. Famiglia, luogo dell’attesa.

Hai qualche esperienza personale che ti ha aiutato a dare vita ai personaggi e alle situazioni descritte nel libro?

Come ho accennato, il mio legame con il Salento è personale, anche se cominciato solo una ventina di anni fa. Personale anche il mio contatto con la vera Antonia che ha ispirato, per tanti tratti, la figura della nonna. Personali alcuni luoghi, alcune scene, non solo salentine, che attingono inevitabilmente da un vissuto che resta a stratificare sentimenti, pensieri e idee.

Francesca, dopo “Io resto”, hai già in mente qualche progetto futuro nel mondo della scrittura? Possiamo aspettarci altri romanzi o hai in mente altri generi letterari su cui concentrarti?

Per il futuro, mi piacerebbe continuare a scrivere. Ho già aperte altre due storie, una delle quali a buon punto, qualche racconto e tante poesie. Inoltre, continuo a dedicarmi alla scrittura per ragazzi, realizzando copioni teatrali e curandone la messa in scena in un laboratorio scolastico da me tenuto.

Grazie infinite a Francesca Maria Marrone per aver condiviso con noi la sua visione e il suo cuore attraverso le pagine di “Io resto”. Speriamo che le sue parole e le storie dei suoi personaggi continuino a ispirare e illuminare i nostri cammini mentre cerchiamo la felicità, giorno dopo giorno. Buona lettura, amici!

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