Benvenuti lettori del blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo entusiasti di presentarvi un’intervista con Graziella De Masi, autrice del toccante romanzo autobiografico “La bambina dagli occhi smarriti”. Attraverso le pagine di questa opera d’esordio, Graziella ci guida attraverso il buio della sua infanzia, una fase segnata dall’impossibilità di reagire di fronte all’orrore. Tuttavia, emerge una storia di rinascita, di forza interiore e di determinazione che trasforma la protagonista, Lella, da spettatrice impotente della sua esistenza in una donna che affronta il passato con coraggio e consapevolezza.
Graziella, cosa ti ha spinto a condividere la tua storia attraverso “La bambina dagli occhi smarriti”?
Ciò che mi ha spinto a condividere la mia storia è statala necessità di liberarmi da tutti quei mostri che per anni hanno attanagliano la mia esistenza. Sentivo forte il bisogno di raccontarmi e di far conoscere a tutti la mia vita, sia nel bene che nel male. Ho voluto, attraverso le pagine del mio libro, dare voce a quella bambina rimasta silente per tanto tempo, ed esserci riuscita rappresenta per me un riscatto verso la vita, alcune volte, ingiusta. Ho sempre creduto chela mia storia meritasse di essere condivisa, con la speranza che in molti magari possano riconoscersi.
Nel romanzo, parli della tua esperienza di essere “spettatrice della tua esistenza”. Come sei riuscita a rompere quella bolla di apatia e passività?
Non è stato facile riuscire a risollevarsi, anche solo per la giovane età di allora. Mi sono affidata molto all’amore e al supporto della mia famiglia e poi alle cure di bravi medici. Tutto questo, però, non è bastato a farmi scuotere da quel torpore, da quella condizione di assenza mentale e di smarrimento in cui ero purtroppo piombata, in seguito ai danni che avevo subito dopo l’attentato. La rinascita vera e profonda è avvenuta negli anni a venire, facendo un grande lavoro su me stessa: ho indossato una corazza di ferro e ho iniziato a ricostruire la mia vita da zero. Determinazione e grande volontà mi hanno spinta a non arrendermi, a mettercela tutta per cercare di farcela e riuscire a ricostruirmi, per non dover soccombere alle conseguenze di quel terribile trauma. Quindi credo che alla fine io debba tutto al mio coraggio e alla mia caparbietà.
La famiglia gioca un ruolo fondamentale nella tua rinascita. Puoi condividere come il tuo contesto familiare ha influenzato il tuo percorso di guarigione e crescita personale?
Nel riuscire ad affrontare la triste e drammatica esperienza che ho vissuto nella mia fanciullezza, la mia famiglia ha avuto un ruolo importantissimo, direi fondamentale; mi è stata sempre molto vicina, ha allietato le mie condizioni donandomi una vita gioiosa. La mia casa era un luogo ricco di allegria, in cui, soprattutto d’estate, si organizzavano feste, c’era sempre tanta gente, buona compagnia ed io non mi sono mai sentita sola e trascurata. L’amore dei miei genitori e dei miei fratelli e sorelle ha colmato il mio cuore e grazie alle loro continue attenzioni e premure sono riuscita a risollevarmi da quelle drammatiche condizioni in cui ero precipitata e a forgiare con il tempo il mio carattere.
“La bambina dagli occhi smarriti” è la tua prima opera. Come è stato per te affrontare la scrittura di un romanzo così intimo e personale?
È stato molto difficile ripercorrere quegli eventi; sapevo bene a cosa andassi in contro, ero consapevole che sarebbe stata per me molto dura, perché avrei dovuto riaprire lo scrigno dei ricordi e affrontare i mostri del passato. Però in me era più forte la volontà di dare voce a quella bambina e a ciò che aveva vissuto, perché avevo ricevuto così tanto amore che sentivo in qualche modo di doverlo restituire e diffondere, e questa biografia era lo strumento giusto per farlo. Proprio per questo, affrontare la fase della stesura del testo non mi ha spaventata, sapevo che sarei riuscita a superare le tante difficoltà e gli ostacoli, anche se con dolore. La forza e la determinazione hanno fatto sì che non mi arrendessi, che non mollassi neanche davanti al pianto che sopraggiungeva, in alcuni momenti, o allo sconforto che mi assaliva. Se ce l’ho fatta, è grazie alla tenacia e alla mia grande volontà.
Quali messaggi o speranze desideri che i lettori traggano dalla tua storia?
Vorrei che dalla mia esperienza si traesse un messaggio di forza e di speranza, ossia di non arrendersi alle difficoltà della vita, perché ognuno di noi ce la può fare. Mi auguro che chiunque leggerà il mio libro possa trovare il coraggio per affrontare ogni dolore, perché la mia storia rappresenta anche un inno alla vita per le tante cose belle che mi ha donato. Non bisogna mollare davanti ai traumi subiti, alle violenze e alle tante avversità, occorre essere resilienti e ottimisti.
Ringraziamo Graziella De Masi per averci aperto il suo cuore e raccontato la sua storia attraverso “La bambina dagli occhi smarriti”. La sua determinazione e il coraggio di affrontare le proprie sfide emergono come una fonte d’ispirazione per tutti noi. Non possiamo che augurare a Graziella il massimo successo con questa opera d’esordio, sicuri che il suo racconto continuerà a toccare il cuore di chi lo legge. Stay tuned per nuove interviste e approfondimenti sul blog del Gruppo Albatros!
