Il libro che desideriamo presentarvi oggi si intitola Airport 2000: si tratta dell’opera prima di Sebastiano Legno che sta già riscuotendo particolare interesse nei suoi lettori. Con le nostre domande abbiamo voluto scoprire alcuni dettagli in più sul suo processo creativo.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro e a condividere le vicissitudini e gli episodi realmente accaduti all’interno di un aeroporto in chiave ironica? Qual è stata la sua fonte di ispirazione?
Mi è balenata l’idea di scrivere un libro durante il periodo pandemico. Vedere, per l’appunto, l’aeroporto praticamente deserto, condizione più che anomala per usare un eufemismo, mi ha dato l’ispirazione per mettere nero su bianco alcuni degli episodi a cui personalmente ho assistito durante la mia più che ventennale esperienza lavorativa aeroportuale. Tanti altri aneddoti invece mi sono stati raccontati da colleghi e colleghe che ricoprono altri ruoli sempre in ambito aeroportuale.
Nel libro si fa riferimento alla varietà e stravaganza del genere umano che si incontra in aeroporto. Potrebbe condividere un episodio particolarmente stravagante o curioso a cui ha assistito?
La realtà aeroportuale, si capirà, è estremamente variegata e complessa, praticamente un micro mondo dove la stravaganza e le stranezze sono all’ordine non del giorno ma dell’ora. Innumerevoli sono gli episodi particolarmente curiosi a cui ho assistito e quindi difficile scegliere quale raccontare. Forse, però, fra tutti uno in maniera peculiare mi è rimasto in mente. Anni fa mi si palesò davanti al Metal Detector un passeggero che doveva essere controllato manualmente. Alla mia richiesta di ispezione sulla sua persona questa fu la sua risposta: se vuole controllarmi dovrà prima interpellare io mio avvocato!
Lavorando come Supervisore ENAC presso la Società Esercizi Aeroportuali, quali sono stati i principali insegnamenti o le scoperte che ha fatto riguardo alla pazienza e all’autocontrollo necessari per il personale che lavora in aeroporto?
Ogni professione è diversa da un’altra ovviamente, ma penso, senza aver timore di essere smentito, che il lavoro in Aeroporto sia veramente unico e totalmente diverso da qualunque altro impiego indipendente dalla mansione che si svolge. Nei miei tanti anni di esperienza aeroportuale ho imparato veramente tanto, e dal punto di vista umano e dal punto di vista professionale. Di certo una prerogativa che non può mancare all’operatore aeroportuale è il fattore pazienza unito ad una grande, grandissima dose di autocontrollo. In più, avendo a che fare con ogni tipologia di persona e quindi nazionalità, estrazione sociale, cultura e religione diversa, si impara a diventare un po’ psicologi. Si impara con l’esperienza a comprendere quali potrebbero essere le esigenze e le necessità, le varie problematiche a seconda del passeggero che si presenta davanti.

Come descriverebbe l’esperienza di scrivere un libro che non è un manuale, ma piuttosto una raccolta di storie e esperienze vissute? Quali sono state le sfide e le soddisfazioni nel raccontare queste storie?
In passato avevo già scritto un libro, o forse meglio definirlo un diario autobiografico che narra dei miei anni trascorsi nel collegio dell’Aeronautica Militare Italiana. Ma quello era stato più che altro un esperimento per compiacere la mia voglia di scrivere e lasciare traccia di me. Scrivere AIRPORT invece è stato veramente diverso: ricerche, interviste, preparazione, metodologia e tanta, tanta memoria di accadimenti. Con questo progetto mi sono reso conto realmente di quanto sia complicata la stesura di un libro a tutti gli effetti. La sfida più difficile? Cercare di far capire al lettore, soprattutto quello estraneo ai fatti, quanto volessi esprimere e raccontare esperienze ed aneddoti realmente accaduti. Le soddisfazioni, sia in corso d’opera, che a lavoro finito, sono state tantissime, anche più delle mie aspettative. Oltre i social ufficiali di Malpensa, non penso sia stato mai un libro che narri le vicende VERE di un Aeroporto e che solo un dipendente aeroportuale può conoscere realmente. Il vero e proprio lato oscuro della realtà aeroportuale.
Oltre a questo libro, ha in mente di scrivere altre opere o di continuare a esplorare il tema dell’aviation o di altre esperienze professionali? Quali temi o argomenti lo interesserebbe trattare in futuro?
Per il futuro ho diversi progetti in mente, uno in particolare solletica più la mia fantasia: scrivere un manuale, ma sempre romanzato, che parli dei giocattoli, dei modellini, dei videogames, dei motori, dei passatempi e degli stili di vita degli anni 80/90. Una sfida alla volta!
Ringraziamo Sebastiano Legno per averci concesso questa intervista e averci parlato del suo nuovo libro Airport 2000. Siamo rimasti molto colpiti dalle sue parole e siamo sicuri che questo libro sarà un successo. Buona lettura!
