GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Racconti di montagna – Olimpia Marialda Speziale

Benvenuti al nostro blog! Oggi abbiamo il piacere di intervistare Olimpia Marialda Speziale, che ci parlerà del suo ultimo lavoro “Racconti di montagna”. Non vediamo l’ora di ascoltare le sue parole e speriamo che anche voi, cari lettori, possiate trarne ispirazione e curiosità. Senza ulteriori indugi, diamo il benvenuto all’autrice dell’intervista di oggi!

Qual è stato l’elemento principale che l’ha spinta a scrivere il libro “Racconti di montagna” e a esplorare il significato di vivere la montagna?

Ho deciso di scrivere il libro perché nel 2016 è venuto a mancare mio zio Aldo (la parte finale del nome di Marialda), vero narratore delle molte storie che trovate nel libro, insieme ai miei nonni materni: Olimpio Speziale e Marianna (la parte iniziale del nome Marialda), anche scomparsi ormai da moltissimi anni; ho pensato quindi che sarebbe stato un delitto perdere questi racconti che mi venivano narrati quando, in estate, passavo molto tempo con loro a Tartano, durante le mie vacanze estive, visto che non rimaneva più nessuno a raccontarle: insomma per me la montagna è ricordo degli anni spensierati, semplici e felici della mia infanzia.

In che modo ha cercato di catturare l’essenza della vita in montagna per poi trasmetterla ai lettori?

Secondo me l’essenza della montagna è già nei racconti folkloristici all’interno del libro, racconti senza tempo e senza età, che ritroviamo proprio nella “cultura” montana di ogni luogo e di ogni dove; penso che rispetto alla vita frenetica di tutti i giorni, la montagna, nei suoi spazi aperti, nella sua natura sovrastante, nei suoi silenzi e soprattutto nella sua solitudine, aiuti molto a lasciarsi alle spalle tutte le complicazioni e le ansie che a volte ci creiamo da soli. È sufficiente guardare quelle vette immense ed immobili, ascoltare il continuo scorrere del torrente, odorare il sapore del bosco che sa di terra e di piante, toccare la ruvida corteccia degli alberi e scoprire le vibrazioni sotto le nostre mani, infine gustare il sapore e nello stesso tempo aspro raccogliendo i frutti del sottobosco: more, mirtilli e lamponi. Tutto questo a me sembra un aspetto della vita estremamente semplice ed essenziale, che non necessita di altro. E questa necessità di sintesi e di essenzialità si è trasmessa alla scrittura che si è spogliata di tutti gli orpelli e si è ridotta all’osso per meglio saper farci ritornare all’infanzia, in momento da cui partiamo per scoprire il mondo che ci circonda.

Qual è stata la sua ricerca e l’approccio alla scrittura per rendere autentica e suggestiva l’atmosfera montana?

Come dicevo, una volta elaborate le storie, gli ambienti e i personaggi, il lavoro è stato quello di tagliare il surplus allo stesso modo in cui si potano le piante quando si preparano per l’inverno: nella mia idea doveva solo rimanere la parte centrale, il minimo indispensabile per capire la narrazione, di modo che ogni lettore leggendo può completare la storia seguendo la propria personale esperienza e sensibilità.

Quali sono le principali sfide o cambiamenti che ha osservato nella vita in montagna nel passaggio dal passato al presente? Come ha affrontato queste tematiche nei suoi racconti?

La montagna del mio passato e quella del presente, nel caso della Valtartano ha subito nel corso degli anni una rinuncia al lavoro prettamente montano: gli alpeggi che c’erano trent’anni fa, ora, per la maggior parte sono diventati boschi. i maggenghi, le cascine, le baite, che almeno d’estate erano abitate dalle famiglie di allevatori ora sono diventati dei ruderi. La vita del “cascii” del primo racconto del libro, oggi non la vuole fare più nessuno, troppo dura e disagiata. Peccato!

Qual è il target di lettori per il suo libro?

il target del libro va dai 0 anni in su: parlando con un amico, mi ha confidato che non gli piace leggere perché non riesce a tenere a mente quello appena letto; il mio libro è nato per essere letto ai bambini, attenti ascoltatori se le storie sono avvincenti e critici implacabili se invece sono noiose… un altro amico, mi ha confessato che leggendo un racconto ogni sera del libro, riesce a conciliarsi con la giornata, appena trascorsa, come se il racconto fosse una specie di toccasana… quindi direi che il libro è decisamente per tutti!

Ringraziamo Olimpia Marialda Speziale per averci dedicato del tempo, è stato un piacere parlare con lei e conoscere meglio il suo libro “Racconti di montagna”. Speriamo che i nostri lettori possano avere l’opportunità di scoprirlo e di apprezzarlo come noi abbiamo fatto!

Lascia un commento