GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Un onesto killer della mafia – Onofrio Provenzano

Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di ospitare Onofrio Provenzano, autore del libro “Un onesto killer della mafia”. Il romanzo ci trasporta nella Sicilia di un tempo, una terra di sole ardente e di campi coltivati, dove la vita è dura, fatta di sacrifici e rinunce per la sopravvivenza. Attraverso le vicende di Giuseppe e di suo figlio Salvatore, ci immergiamo in una realtà dominata dalla figura oscura di Don Calogero, un uomo privo di cuore e pietà, guidato solo dal desiderio di soldi e potere. In questa intervista esploreremo i temi del romanzo e scopriremo di più sull’autore e le sue ispirazioni.

Onofrio, il tuo libro “Un onesto killer della mafia” dipinge un quadro crudo e realistico della Sicilia. Cosa ti ha ispirato a scrivere questa storia?

La Sicilia da sempre viene percepita come la patria della mafia, dimenticando che i mafiosi sono la minoranza degli abitanti di questa affascinantissima isola. Le opere che trattano di questa tematica, normalmente, generalizzano la figura del Boss facendolo apparire a volte come una figura mitologica, altre volte come un eroe, creando confusione e il rischio di emulazione sui più giovani, con la possibilità di manifestare comportamenti e atteggiamenti mafiosi durante la quotidianità.  Ho scritto questo libro con l’intento di parlare di questa tematica mettendo in risalto non la figura del boss in quanto tale, ma quella del gregario, descrivendo lo stato d’animo, psicologico e motivazionale di chi sceglie questa strada. Da questo libro deve trasparire che il mafioso agisce come un automa senza cuore e senza anima, il cui interesse personale sono i soldi e il potere. Spesso questa strada che appare più semplice si rivela tortuosa e piena di ostacoli.

Nel romanzo, Don Calogero è descritto come un uomo senza cuore e pietà. Quanto di questo personaggio è basato su figure reali della tua esperienza o della storia siciliana?

La storia siciliana è piena di personaggi come Don Calogero, dalle figure che governano grandi città a realtà minori come piccoli paesi. Il personaggio descritto nel mio libro si può considerare come un personaggio Pirandelliano, di fantasia ma reale allo stesso tempo. Don Calogero è una rappresentazione delle caratteristiche principali che vengono affibbiate ai boss mafiosi noti in tutto il mondo. Arrogante, presuntuoso e pieno di sé.

Il rapporto tra Giuseppe e suo figlio Salvatore è centrale nella trama. Come hai sviluppato questi personaggi e cosa speri che i lettori capiscano attraverso la loro dinamica?

Il loro rapporto non è solo centrale nello svolgimento della trama, ma lo è anche nel tema sociale, che permette di descrivere quel difficile contesto siciliano.  In Giuseppe si racchiude la speranza di dare al figlio la possibilità di un riscatto sociale, aspettativa che verrà meno a causa della scelta che prenderà Salvatore, che il padre ha sempre cercato di contrastare. L’obiettivo del libro è di far riflettere il lettore sul fatto che, chi intraprende la strada malavitosa lo fa perché è spinto da problematiche sociali ed economiche.  Salvatore, infatti, può essere considerato una vittima del contesto sociale in cui vive.

La Sicilia che descrivi è una terra di forti contrasti. Come riesci a bilanciare la bellezza naturale dell’isola con la durezza della vita dei tuoi protagonisti?

La Sicilia è una terra molto contrastante, il suo paesaggio passa dalla bellezza del mare al paesaggio duro, secco e aspro dell’entroterra. In questo ambiente fatto di storia, sacrifici, clima ardente, paesaggi unici e miti, l’uomo nasce “Isola nell’ Isola”. I miei personaggi forgiano il loro atteggiamento che passa dall’essere docile e rassegnato a rabbioso e ostile, ma con dignità tutti mirano alla speranza di un futuro migliore. Chi nasce in Sicilia diventa denso e impenetrabile e lo porta a considerare quest’isola come se fosse il proprio mondo.

Il tema del riscatto sociale e del desiderio di rivalsa è molto presente nel tuo libro. Pensi che sia un tema ancora attuale nella società di oggi?

Sicuramente il contesto è cambiato rispetto all’ambientazione del libro, anche se un ragazzo siciliano di oggi ha lo stesso desiderio di rivalsa e di riscatto sociale di allora. Ancora oggi i giovani, purtroppo, sanno che per potersi migliorare devono tenere in conto di abbandonare la propria terra natìa, ciò fa crescere in loro un senso di rabbia e frustrazione, ma allo stesso tempo un sentimento di appartenenza nei confronti di quella bellissima e stregata terra amata.

Grazie, Onofrio, per aver condiviso con noi i tuoi pensieri e il tuo processo creativo dietro “Un onesto killer della mafia”. Il tuo romanzo ci offre uno sguardo profondo su una Sicilia spesso dimenticata e ci invita a riflettere sui temi universali della giustizia, del potere e della redenzione. Invitiamo tutti i nostri lettori a scoprire questo libro appassionante e a immergersi nella storia di Salvatore e Giuseppe. Buona lettura!

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